Cultura /Serie tv "Disclaimer"

“Disclaimer”, anteprima su Apple TV+ della serie di Alfonso Cuaròn, con Cate Blanchett e Kevin Kline

La serie internazionale è stata girata in parte in Toscana, tra settembre e ottobre 2022, a Viareggio, Forte dei Marmi, Pisa e Massa Carrara, grazie alla collaborazione di Toscana Film Commission e delle amministrazioni comunali locali. Nel cast della serie anche Sacha Baron Cohen, Kodi Smit-McPhee, Lesley Manville, Louis Partridge, Leila George e Hoyeon.

Première l’11 ottobre, su Apple TV+, della serie tv “Disclaimer”, diretta dal Premio Oscar Alfonso Cuaròn, girata anche in Toscana

Arriva sulla piattaforma streaming OTT, Apple TV+, l’11 ottobre, la serie Disclaimer, firmata dal regista messicano pluripremiato, vincitore di cinque premi Oscar, Alfonso Cuaròn (Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Gravity, Roma), uno dei principali autori nel panorama internazionale. La produzione è ispirata al best seller di Renée Knight, La vita perfetta (edito da Piemme in Italia nel 2016), ambientato in parte in una spiaggia spagnola, nella serie tv sostituita dalla costa della Versilia.

La serie, destinata ad un pubblico internazionale, è infatti stata girata in parte in Toscana, per circa sei settimane, tra settembre e ottobre 2022 in location poste nel territorio di Viareggio, Forte dei Marmi, Pisa e Massa Carrara, in collaborazione con Toscana Film Commission e con le amministrazioni pubbliche locali, ben liete di promuovere il territorio tramite una produzione audiovisiva destinata ad avere una platea mondiale. Così come sono tanti sono i figuranti e le comparse toscane che appaiono nella serie, selezionati nel corso di casting super affollati, tenutisi a Forte dei Marmi a luglio e a Manifatture Digitali Cinema Pisa ad agosto dello stesso anno. Il regista è molto legato alla Toscana, in particolare a Pietrasanta, Comune che nel maggio 2014 gli ha conferito la cittadinanza onoraria.

La trama di “Disclaimer”, thriller dai toni noir, tra ambientazioni urbane e il mare della Versilia

Disclaimer è un thriller psicologico dai risvolti complessi, per le dinamiche familiari e sentimentali che mette in gioco, suddiviso in sette episodi, interpretato dai premi Oscar Cate Blanchett e Kevin Kline. La trama si snoda attorno al personaggio dell’acclamata giornalista Catherine Ravenscroft (Blanchett), considerata da tutti irreprensibile, che ha costruito la sua reputazione scovando e denunciando le malefatte degli altri. Ma per lei tutto è destinato a cambiare  quando riceve un romanzo sgangherato e da quattro soldi, scritto da un autore sconosciuto, nel quale sono narrate pagine della sua vita passata, nelle quali si celano segreti dolorosi ancora non confessati e non elaborati, che aveva messo a tacere in qualche cassetto recondito della memoria. Vicende accadute in gioventù, nel corso di una vacanza al mare, durante la quale era morto un ragazzo, affogato mentre cercava di salvare un bambino. Mentre Catherine lotta contro il tempo per scoprire la vera identità dello scrittore, è costretta a confrontarsi con il proprio passato prima che questo distrugga la sua vita e i suoi rapporti con il marito Robert (Sacha Baron Cohen) e il figlio Nicholas (Kodi Smit-McPhee).  A comporre la coralità dei personaggi, anche Lesley Manville, Louis Partridge, Leila George e Hoyeon.

“Disclaimer”, l’universo di una donna sotto la lente d’ingrandimento, tra preconcetti e colpi di scena

Catherine, la protagonista, dopo la diffusione del libercolo, diventa così una donna sotto processo, che deve dimostrate a tutti – al marito, al figlio, alla casa editrice per la quale lavora – la sua innocenza. Ed è così che Alfonso Cuaròn, ispirandosi al romanzo di Renée Knight, porta in primo piano i tanti preconcetti dei quali l’universo femminile è ancora vittima. Una pubblicazione “pirata” riesce a far leva su un sentimento comune, che induce tutti – compresi gli spettatori della serie – a credere fin da subito alla cattiva condotta morale della donna. La sua carriera e il suo mondo cadono a pezzi in un baleno, come un castello di carta. E così, come da secoli si assiste in ogni luogo del mondo, per le donne è un percorso ad ostacoli difendersi dalle accuse di immoralità, senza considerare che fino a poco tempo fa, anche nel nostro paese, in casi di stupro, era la donna a dover dimostrare di non aver provocato il suo aggressore. Ed è un terreno – quello di un impianto accusatorio, della morale corrente, contro le donne – già ampiamente battuto anche nel cinema, in primo luogo dal filone del melodramma cinematografico degli anni ’40 e ’50, in America (in titoli come Femmina folle o Il Romanzo di Mildred, solo per citarne alcuni), come Italia (in film come I bambini ci guardano o Schiava del Peccato). Film che vedevano, come protagoniste, donne “immorali”, traditrici, fedigrafe, assassine, addirittura incestuose, responsabili dell’andamento drammatico della trama e cattive madri. Così come, in Disclaimer, appare una cattiva madre Catherine. Suo figlio (Kodi Smit-McPhee) è un adolescente disadattato, che non studia, non lavora, si droga, passa il suo tempo oziando: uno più uno fa due, ed eccovi servita la colpevole, la donna che ha commesso innominabili peccati e non ha saputo tirare su il proprio figlio, in una trama che – manco a dirlo – assolve il padre.

Nel portare alla ribalta questa tematica, non è azzardato affermare che la serie Disclaimer, di Alfonso Cuaròn, propone una prospettiva “femminista”, con una Cate Blanchett che non ti aspetti, in scarpe da ginnastica e affannata nel difendersi da tutto e da tutti, facendo immergere gli spettatori nel punto di vista dei diversi personaggi, in primo luogo in quello della protagonista, che cerca e trova il suo riscatto. E i colpi di scena non mancheranno, e quello che sembrava ormai scontato e assodato, la condanna unanime nei confronti Catherine, scricchiolerà improvvisamente.

“Disclaimer”, una serie che ibrida i linguaggi, tra piccolo e grande schermo

La serie firmata da Alfonso Cuaròn è stata presentata in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 81, che ha incluso, nella sua programmazione, anche  altre serialità: in mostra, nella sezione “Fuori Concorso – Series”, c’erano anche Los Años Nuevos, di Rodrigo Sorogoyen (As bestas), Families Like Ours, di Thomas Vinterberg (Festen, Il sospetto) e M – Il figlio del secolo, di Joe Wright (Anna Karenina, Hanna, L’ora più buia), quest’ultima tratta dal libro di Antonio Scurati. Si tratta di produzioni che hanno la lunghezza tipica della serialità ma che, per la qualità della trama, le tecniche di ripresa e montaggio e della fotografia, si accostano molto al cinema. Si tratta di produzioni che potrebbero avere una uscita-evento anche al cinema. “La proposta integrale di queste quattro serie è sembrata un rischio degno di essere assunto, volendo perseguire l’impegno del festival di segnalare, se non anticipare, le tendenze più significative che si manifestano all’interno dell’universo cinema” ha dichiarato alla stampa il direttore della Mostra del Cinema, Alberto Barbera. In effetti, grazie alla pratica molto diffusa del binge watching (la cosiddetta “maratona televisiva”), cioè la possibilità di guardare più episodi (o tutti) di una serie tv, uno dopo l’altro senza l’obbligo di dover rispettare appuntamenti fissi a settimana, resa possibile da molte piattaforme, fa sì che ormai una serie – o mini-serie – di qualità, come quelle citate, siano molto più simili a film molto lunghi, pittosto che ad un prodotto televisivo. Questa è stata la percezione anche per Disclaimer, mostrata al pubblico del Lido in due tranche di qualche ora, percepita come un thriller lungo di grande qualità, anche se, secondo alcune anticipazioni, la serie di Cuaròn dovrebbe essere rilasciata settimanalmente dalla piattaforma Apple Tv+, dall’11 ottobre, cosa che non la renderebbe visibile tutta d’un fiato.

 

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