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Addio a Sammy Basso, una vita al massimo sfidando il tempo e la progeria. A lui anche il Pegaso della Regione

Aveva 28 anni e una sindrome rara che porta all’invecchiamento precoce: è diventato biologo e ricercatore proprio per studiare la sua patologia. Le nostre interviste al Next Generation Fest e, ancora prima, all’Internet Festival

Sammy Basso

La sua vita era di per sé una sfida, contro il tempo, contro la malattia. Sammy Basso è morto domenica 6 ottobre a soli 28 anni, con il corpo modellato e consumato dalla sua malattia genetica, la progeria. Una patologia rara che lui stesso ha voluto studiare e attivarsi per la sua ricerca, diventando biologo. Più per gli altri che per lui stesso, per un bene comune più alto.

Domenica lo ha colpito un malore improvviso, mentre era al ristorante con la famiglia ed alcuni amici a Villa Razzolini Loredan ad Asolo. Originario di Tezze sul Brenta, nel vicentino, era affetto dalla sindrome caratterizzata da un invecchiamento precoce del corpo. Con la sua tempra, Sammy è stato il più longevo malato di progeria al mondo.

“Era davvero difficile incontrare qualcuno di più vivo di lui quando era in giro”, lo ha ricordato un suo grande amico, Lorenzo Jovanotti. Era diventato un personaggio publico, simbolo di una lotta gioiosa e dell’impegno contro ogni ostacolo. La Toscana lo ha voluto premiarlo con il pegaso al Next Generation Fest del 2023, intervenendo sul palco del Teatro del Maggio di Firenze con un discorso intenso, semplice e potente: “Voglio essere la migior copia di me stesso”, disse ai giovani.

“Ci ha trasmesso energia straordinaria. Un esempio straordinario di coraggio e determinazione, di intelligenza e senso dell’umorismo – commenta il presidente Eugenio Giani – Lo ricordo con affetto per l’impegno nel aver fatto conoscere al mondo questa rara sindrome che crea l’invecchiamento precoce e per l’incredibile energia con cui ha vissuto. È stato un privilegio premiarlo con il Pegaso al Next Generation Fest del 2023. La sua personalità continuerà ad ispirare molti di noi”.

Ecco la nostra intervista al Next Generation Fest:

 

 

Ancora prina, nel 2025, aveva partecipato all’Internet Festival di Pisa. Era ancora studente e già sapeva che voleva fare ricerca e diventare biologo. Determinato a non farsi condizionare dalla patologia, pensava a come studiare da casa, da remoto, ma constatava che le università non erano ancora attrezzate a ciò. Nonostante tutto, Sammy ha raggiunto ogni suo obiettivo.

 

 

Sammy Basso ha avuto una vita intensa: gli studi, il viaggio sulla Route 66 poi diventato un documentario di National Geografic, la ricerca. Nel 2019 venne nominato, con motu proprio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Partecipò anche a tanti programmin televisivi: Carlo Conti lo volle al al Festival di San Remo e quando gli chiese da dove derivava la sua forza, Basso rispose: “Più che forza è positività. La prendo dalla famiglia, dagli amici, da quello che mi sta intorno”.

La sua eredità resterà l’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso, la onlus fondata dai suoi genitori nel 2005, l’unica in Europa ad occuparsi di questa sindrome. Nei giorni scorsi era appena rientrato da una conferenza in Cina, per divulgare le sue scoperte di ricercatore. “Studiare la propria malattia può fare paura – aveva detto tre giorni fa a Venezia, ritirando un premio – Ma sono grato di donare speranza per il futuro di tutti quei ragazzi che, come me, sono affetti da progeria”. “Continuerò a fare lo scienziato, il ricercatore – ripeteva –  sto lavorando a una modifica del dna per trovare una terapia definitiva che curi la progeria e le malattie rare”.

La pagina Instagram della Onlus è piena delle foto dei viaggi e delle esperienze nel mondo fatte da Sammy. E riporta anche frasi come queste: “Piuttosto che concentrarmi sui limiti che la progeria impone, preferisco pensare alle tante cose in cui posso fare la differenza”.

Sammy se ne andato mentre era con la sua famiglia e gli amici, circondato dall’amore e dal sorriso che mai lo ha lasciato. La sua vita è, e sarà sempre, monito, ispirazione e lezione per tutti.

 

 

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