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A Palazzo Pitti apre per la prima volta al pubblico l’appartamento privato della Duchessa Anna di Francia

Le porte dell’appartamento si apriranno al pubblico il 29 settembre e, a partire da novembre, sarà attivato anche un calendario di visite accompagnate in programma ogni domenica

Il 29 settembre apre per la prima volta al pubblico il lussuoso “Appartamento della Duchessa” a Palazzo Pitti a Firenze.

Il nome deriva dal fatto che in questa parte del palazzo ha vissuto la vedova del Duca Amedeo d’Aosta Anna di Francia, anche se nel corso dei secoli, dalla fine del ‘500 alla metà del ‘900, questi quartieri sono stati abitati da sovrani, regine e principi: tra questi Maria de’ Medici (poi Regina di Francia) il granduca Ferdinando II e il cardinale Leopoldo.

Collocato al secondo piano della reggia, adesso è visitabile e, a partire da novembre, sarà attivato anche un calendario di visite accompagnate in programma ogni domenica.

L’Appartamento è costituito da svariate stanze, alcune delle quali affacciate sul Giardino di Boboli; anche per questo è stata una residenza molto apprezzata da granduchi, re, regine, duchesse e principi.

Fu costruito in epoca medicea, quando Cosimo I de’ Medici ed Eleonora di Toledo acquistarono il palazzo per trasformarlo in reggia granducale, e destinato a Maria de’ Medici, futura regina di Francia e nipote di Cosimo.

A metà Seicento questi ambienti divennero residenza di Ferdinando II e Vittoria della Rovere; ospitarono poi la straordinaria collezione di manoscritti, strumenti matematici e opere d’arte del cardinal Leopoldo che qui si riuniva con l’Accademia del Cimento, da lui fondata nel 1657.

Con il passaggio ai Lorena, dal 1790 fino all’arrivo dei Savoia, assunse il nome di “Quartiere d’inverno”: in questo periodo, sotto il granduca Ferdinando III, ci furono gli interventi architettonici più importanti, che hanno dato all’appartamento il volto moderno che conserva tuttora.

L’intero quartiere divenne poi residenza dei Re d’Italia (1865-1911), fu chiamato “Appartamento di Sua Maestà il Re”.

L’atmosfera che ancora oggi si respira al suo interno è quella creata da Anna di Francia, vedova del Duca Amedeo d’Aosta, l’ultima che abitò questo appartamento e il motivo per cui porta il suo nome: “Appartamento della Duchessa d’Aosta”.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde ha dichiarato: “L’apertura, per la prima volta in via regolare dell’appartamento della Duchessa d’Aosta segna un primo importante passo nell’ambito del piano di rilancio della Palazzo Pitti. Le restituzioni dei suggestivi spazi della reggia al pubblico proseguiranno: nei prossimi mesi torneranno visitabili dopo anni, al termine di una ampia operazione di restauro e riallestimento, i bellissimi ambienti del Tesoro dei Granduchi al pian terreno, mentre al primo piano, già a partire dalle prossime settimane, succederà lo stesso con le sale degli Appartamenti Reali”.

Le sale degli Appartamenti Reali

Il salotto rosso è connotato da parati e tappeti a “dimensione moquette”. Si fa notare la coppia di consolle del settecento originariamente con piano di marmo rosso antico, già arredo della sala del trono del Palazzo Ducale di Parma. Al centro della sala un tavolo rotondo in legno intagliato e dorato con piano in velluto rosso, in stile Secondo Impero.

E’ arredato in un esuberante stile neo-barocco (console e grande specchiera), nel cui ambito gli arredi originali del Settecento quali sedie, canapè bianco-oro e lampadario si armonizzano con mobili in stile Savoia. Sulle pareti, dipinti acquistati direttamente dal Re.

Nello studio spicca il monumentale lampadario in bronzo e legno intagliato, realizzato per il bagno di Maria Luisa di Borbone Parma con al centro la statua di Nettuno sul carro e ai lati delfini. Di particolare interesse lo stipo in pietre dure realizzato da Enrico Bosi e acquistato da Vittorio Emanuele II all’Esposizione Universale tenutasi a Firenze nel 1861, oltre al ritratto di Umberto I dipinto da Eurisio Capocci.

Nella camera del Re di fronte al letto a “canapé” probabilmente di fattura francese databile ai primi dell’800, si ammira a centro sala il tavolo rotondo con supporto a forma di faretra con frecce incrociate e piano a intarsi di marmi misti, probabilmente eseguito dall’ebanista Giovan-Battista Youf. Di impatto anche la monumentale stufa e, a capo letto una copia ottocentesca della celeberrima Madonna della Seggiola di Raffaello.

Dalla stanza si accede a una toilette (originariamente progettata come una cappella) ed al solarium, con soffitto ripartito in tre riquadri che presentano decorazioni in strucco policromo (1790 circa) ripetute con tono più leggero sulle pareti. Al centro la parure in pietre dure, realizzata da Enrico Bosi per la casa reale.

Si passa poi alla stanza dei Camerieri del Granduca, in seguito chiamato guardaroba, che conservava armadi dipinti in serie come quelli dei Terreni (un esempio è ancora visibile nella toilette della Regina) ed è ora luogo di esposizione di mobili e oggetti provenienti dal Guardaroba generale del Palazzo.

 

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