I primi a capire l’importanza del terroir sono stati i vini francesi. In Italia e in particolare in Toscana la geo-referenzazione sta assumendo un ruolo sempre più di primo piano. L’accoppiata vino-territorio come passpartout per capire meglio le sfumature delle diverse realtà vinicole.
A luglio dell’anno scorso il debutto delle undici Uga (unità geografiche aggiuntive) del Gallo Nero: Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio e Vagliagli sulla tipologia Gran Selezione del Chianti Classico Docg.
Dalle Uga del Gallo Nero alle Pievi del Nobile
Poi è stata la volta del Nobile di Montepulciano, con le “Pievi“. Saranno in commercio dal 1 gennaio 2025 le bottiglie con l’annata 2021 del vino Nobile di Montepulciano “Pieve”, la nuova tipologia della prima Docg d’Italia.
Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio poliziano ha portato alla individuazione di 12 zone che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta.
Le 12 Pievi corrispondono a nomi storici di micro-territori della denominazione – risalenti già all’epoca tardo romana e longobarda: Ascianello, Argiano, Badia, Caggiole, Ciarliana, Cervognano, Gracciano, Le Grazie, San Biagio, Sant’Albino, Valardegna e Valiano.
Prima produzione Pieve: 300 mila bottiglie
Questa nuova tipologia debutta con una prima annata che avrà circa 300 mila bottiglie, mentre già per la 2022 sono oltre 700 mila le bottiglie in cantina, pari a circa il 10% della produzione totale di Vino Nobile di Montepulciano. Oggi sono 6,9 milioni le bottiglie e 2,6 di Rosso di Montepulciano.
“Sono vini che noi vogliamo proiettati nel futuro, però il fatto di metterli in commercio a 36 mesi di maturazione (un anno dopo rispetto alle altre Uga, ndr) – una linea produttiva che implica il sacrificio di tre anni di ammortamento – significa anche dare al consumatore una bottiglia che è pronta ad essere goduta anche in quel momento” sottolinea Luca Tiberini, vice presidente del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano.
Il progetto Pieve è stato fortemente voluto dalle 81 aziende imbottigliatrici associate al Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano con l’idea di sviluppare la massima territorialità del grande rosso. Con “Pieve” si recupera l’identità geografica nel catasto Leopoldino dell‘800 già diviso in “sottozone”.