Nel 2023 le Caritas della Toscana hanno incontrato 28.203 persone fragili, 61 in più rispetto al dato dell’anno precedente (con un incremento dello 0,2%). In aumento ma si tratta di un aumento molto contenuto rispetto al +20% fatto registrare tra il 2019 e il 2022.
Di queste 28mila ad ogni modo il 65% sono stranieri, oltre la metà dei casi sono donne, quasi il 30% sono “nuovi poveri” arrivati per la prima volta, mentre il 39% sono persone conosciute e seguite dalle Caritas toscane da almeno sei anni (le cosi dette “situazioni croniche”). Il 61,2% ha tra i 25 e i 54 anni, e circa il 4% ne ha meno di 25.
Sono questi i dati che saltano all’occhio dal Rapporto 2024 sulle povertà elaborato dalle Caritas della Toscana, dal titolo “Oltre. Sguardi di futuro” , presentato oggi, 6 settembre, a Firenze.
Il rapporto, è stato illustrato da Nicola Orlando e Gabriele Tomei (VoisLab, azienda spin-off dell’Università di Pisa) e da Alessandro Salvi, dirigente del settore welfare innovazione sociale della Regione Toscana, alla presenza di Mario Vaccari, vescovo di Massa Carrara Pontremoli e delegato della Conferenza episcopale Toscana per la Carità, e di Serena Spinelli, assessore regionale alle Politiche sociali della Regione Toscana, e di don Emanuele Morelli, delegato regionale Caritas Toscana.
Una popolazione sempre più vecchia
Gli anziani over 65 residenti oggi in Toscana sono circa 960mila (26% della popolazione), di cui il 33% (318mila) sono soli. Gli anziani non autosufficienti sono 114mila, di cui gravi il 40%. Il progressivo invecchiamento della popolazione toscana si riflette, da un lato, in un incremento dell’età media, dall’altro in un maggior peso della popolazione anziana sia su quella giovanile e quella in età lavorativa.
Lavoro e povertà
In generale la Toscana si contraddistingue per un rischio di esclusione sociale in media più basso di quello nazionale ed europeo, le persone che incontrano più difficoltà ad accedere nel mercato del lavoro sono, da un lato, le persone meno istruite, dall’altro lato, le donne e i giovani ma anche chi ha un lavoro ce l’ha è spesso costretto a rivolgersi alla Caritas perché il loro reddito da lavoro non è sufficiente rispetto ai bisogni del nucleo familiare : nel 39,5% dei casi hanno figli e nel 25,5% hanno figli minori conviventi.
Le cause della povertà
Perdere il lavoro, avere un lavoro povero, la rottura del vincolo familiare, la precarizzazione del percorso migratorio sono alcuni dei motivi che le Caritas della Toscana individuano come cause di impoverimento, ha spiegato il vescovo Vaccari: “Il Rapporto Caritas 2024 ci dice che in Toscana si sta bene ma allo stesso tempo ci invita a non abbassare la guardia – ha aggiunto – perché lo scivolamento verso il basso è sempre possibile per tutti”.
“I dati raccolti dalle Caritas della Toscana ci confermano che la povertà non tende ad arretrare – ha spiegato l’assessora Spinelli -, anzi, sempre più spesso, si allarga verso nuove povertà. Ad essere prioritari per il nostro Paese sono strategie e investimenti per irrobustire il nostro sistema di welfare e di protezione sociale, nel segno della coesione e dell’inclusione. Il Governo, invece, peraltro mettendo in difficoltà le Regioni e i Comuni e nonostante l’impennata determinata dalla pandemia, è andato nella direzione di combattere i poveri piuttosto che la povertà. Con l’abolizione del reddito di cittadinanza, con il mancato rifinanziamento del fondo per i contributi all’affitto, ma anche non dotando di risorse adeguate quanto previsto dalla legge per la non autosufficienza. Come Regione Toscana continuiamo a fare ogni sforzo possibile per prenderci cura dei bisogni e dei diritti delle persone, lavorando nell’ottica di un welfare di comunità”
Record di minori stranieri non accompagnati
Il Rapporto povertà 2024 pone attenzione anche alla realtà dei minori stranieri non accompagnati che nel 2023 in Italia hanno raggiunto un record di 23.226 presenze. In Toscana oltre il 50% è ospitato nel capoluogo. Questi giovani, si legge nel Rapporto, “rappresentano una parte importante delle future generazioni del Paese e necessitano di investimenti educativi per facilitare il loro processo di inclusione”.
Una ricerca del 2023 sui minori tunisini non accompagnati a Firenze ha evidenziato che il 56% del campione presenta un alto livello di vulnerabilità e devianza. Secondo il Rapporto Caritas: “Il sistema di inclusione attuale non riesce a rispondere adeguatamente ai bisogni di questi giovani, esponendoli a un elevato rischio di fallimento nel loro percorso personale e a diventare vittime di tratta. In conclusione, è essenziale migliorare i sistemi di accoglienza e inclusione, investendo in educazione e supporto psicologico per ridurre i rischi di esclusione sociale e sfruttamento“.