La pedana del Grand Palais regala alla Toscana una nuova medaglia d’argento, merito del fiorettista di Siena, Matteo Betti, alla sua quinta Paralimpiade, dodici anni dopo il bronzo nella spada vinto a Londra. Nel percorso l’azzurro, agli ottavi di finale, si è imposto sul francese Lemoine per 15-9, nonostante il tifo transalpino poi sfociato in uno sportivissimo applauso per Betti, nei quarti ha continuato la sua marcia inesorabile con una prova di forza contro il polacco Nalewajek, sconfitto 15-4. La semifinale ha visto Matteo Betti opposto al turco Akkya ed è stata ancora eccellente la prestazione del senese del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa che, con il risultato di 15-9, ha staccato il pass per la finalissima, ipotecando la sua seconda medaglia alle Paralimpiadi dopo il bronzo vinto nella spada a Londra 2012. Soltanto nell’ultimo Betti si è arreso al cinese al cinese Sun per 15-3.
“È un argento bellissimo, in una gara che ha premiato la mia concretezza, la mia preparazione, la mia voglia di tornare su quel podio che avevo già conquistato 12 anni fa, alle Paralimpiadi di Londra – ha commentato Matteo Betti –. Il punteggio della finale dice che Sun ha meritato l’oro ma mi godo pienamente quest’argento, che è il riconoscimento a un grande lavoro fatto con il CT Simone Vanni e con tutto il mio team. Una crescita sia schermistica che mentale, sono davvero felice”.
Matteo Betti, classe 1985, ha alle spalle trent’anni di gare di scherma e molte medaglie in bacheca. Un’emorragia cerebrale alla nascita gli ha causato un’emiparesi che però non ne ha compromesso il percorso e i risultati nello sport. Pechino è stata la Paralimpiade d’esordio e dopo 16 anni continua a lottare per il gradino più alto chiudendo con un argento sul podio di Parigi, cinque paralimpiadi dopo.
La Parigi di Matteo Betti è iniziata tre anni fa dopo il quarto posto di Tokyo che il senese non ha mai digerito. Da lì l’obiettivo di tornare sul podio per riprendersi la medaglia mancata da aggiungere al bronzo, nella spada, vinto a Londra nel 2012. Sceglie così di concentrarsi solo sul fioretto, facendo della tratta Siena-Pisa (dove si allena) la sua strada che parte dal sogno e arriva all’obiettivo. A Simone Vanni, il suo CT, Matteo conferma di dovere moltissimo della crescita schermistica e mentale che sente d’aver compiuto e che lo ha portato all’argento. Sugli spalti del Grand Palais poi un tifo speciale, quello della moglie e figlio che hanno tifato per lui nella giornata di Matteo, che tornerà in pedana per la gara a squadre.