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Agricoltura nelle zone montane e svantaggiate: altri 20 milioni di euro per il bando regionale

Le modifiche al Programma di sviluppo rurale, che devono essere approvate dall’Ue, aumenteranno le risorse a disposizione di agricoltori e allevatori

Agricoltura

Oltre 20 milioni di euro in più per il bando della Regione a sostegno dell’agricoltura nelle zone montane e svantaggiate. La giunta regionale infatti ha approvato alcune modifiche al Programma di sviluppo rurale 2014-2022, una di natura tecnica e un’altra di natura finanziaria, che sono adesso al vaglio della Commissione europea che dovrebbe approvarle entro settembre.

Più risorse e bando esteso per il 2025 a ovini e caprini

Con la modifica finanziaria si propone di incrementare di 20 milioni e 370mila euro la dotazione della Misura 13 “Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici”: una parte di queste risorse andrà ad incrementare la dotazione del bando annualità 2024, consentendo di erogare ai beneficiari una più alta indennità ad ettaro.
La modifica tecnica, invece, riguarda il “Benessere degli animali” (misura 14), per cui viene esteso il campo di applicazione anche alla filiera degli ovini e caprini da carne che finora non era compresa: questa modifica sarà applicata al bando 2025, previsto in uscita alla fine del 2024.

“Grazie a questa modifica – ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Gianinei limiti imposti dall’Unione europea, ci stiamo impegnando a fare fronte ai problemi dei nostri agricoltori, per venire loro incontro e per gestire le risorse pubbliche in un’ottica di efficienza ed efficacia”.

“Si tratta di modifiche e rimodulazioni infatti  – ha spiegato la vicepresidente e assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardidettate da più motivi. Il primo, l’esigenza di continuare a sostenere alcuni settori di intervento che sono ritenuti strategici per la Regione Toscana. Il secondo, deriva dalla necessità di rimettere in circolo velocemente le economie derivanti da rinunce o varianti in diminuzione dei progetti. La situazione economica complessiva post Covid e la sovrapposizione di ulteriori fattori congiunturali negativi, come l’inflazione e l’aumento del costo dell’energia o le difficoltà negli approvvigionamenti, hanno infatti determinato, proprio nella fase di chiusura del Programma, una grande sofferenza delle imprese che hanno sempre più difficoltà a realizzare progetti di investimento nei tempi previsti o a mantenere gli impegni assunti precedentemente”.

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