Grazie a una collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Firenze le sale del Museo civico Archeologico ‘Isidoro Falchi’ di Vetulonia, nel comune di Castiglione della Pescaia, da domenica 11 agosto 2024 fino a febbraio 2025 ospiteranno la mostra-evento “Il ritorno del condottiero: Principi etruschi nella Tomba del Duce di Vetulonia”.
“Le gallerie della sezione topografica etrusca sono state svuotate – annuncia Daniele Federico Maras, direttore del Maf – e, piuttosto che chiudere tutto il materiale archeologico in deposito, di comune accordo con il direttore regionale Musei nazionali Toscana Stefano Casciu, abbiamo deciso di riportare a Vetulonia i corredi della Tomba del Duce, per un periodo di tempo adeguato a rinsaldare il rapporto tra il nostro patrimonio e le comunità dei residenti e dei turisti, nel pieno spirito della Convenzione di Faro del 2005. La nuova mostra consente al museo di proiettarsi all’esterno per raggiungere uno dei luoghi in cui si svolse la parabola storica della civiltà etrusca e di seguire la sua vocazione originaria come punto di riferimento della ricerca archeologica etrusca”.
“Nella mostra-evento che andiamo ad inaugurare – aggiunge la direttrice del MuVet Simona Rafanelli – ci sono opere di grande pregio. Dall’Arca d’argento del Principe condottiero Rachu Kakanas, che rivestiva la cassetta in legno e bronzo custode delle sue spoglie mortali dopo il rito di cremazione del corpo del defunto, alla navicella sarda in bronzo della Tomba del Duce rinvenuta da Falchi insieme agli oggetti riservati al corredo della sepoltura del Principe ceretano, una delle cinque navicelle di produzione nuragica rinvenute in tre sepolture ‘a circolo’ di Vetulonia, alle armi e agli arredi e vasi in bronzo e ceramica da banchetto appartenenti ai corredi dei due Principi che rappresentano il concetto di base su cui è costruita l’esposizione”.
La Tomba del Duce di Vetulonia: Rachu Kakanas
La Tomba del Duce fu scoperta a Vetulonia da Isidoro Falchi il 6 aprile del 1886 sulla parte più elevata di Poggio al Bello, sulle pendici nordorientali di Poggio alla Guardia.
Si tratta di una tomba a circolo del periodo Orientalizzante (terzo quarto del VII secolo a.C.) fase in cui Vetulonia raggiunse un alto livello di potere e ricchezza, e fu allora definita “la tomba più ricca tra tutte quelle finora scoperte nella necropoli vetuloniese”.
La tomba scoperta da Falchi era stata violata in passato: la fossa centrale infatti era stata svuotata. Nonostante questo fu possibile recuperare dalle altre fosse numerosi oggetti, corrispondenti ad almeno quattro distinti corredi funebri che accompagnavano i defunti della famiglia aristocratica sepolti nelle fosse comprese dentro il cerchio di pietre.
La sepoltura conservava anche il ricchissimo corredo del Principe etrusco Rachu Kakanas, il cui nome è iscritto sul fondo di una tazza d’argento, inclusa l’urna cineraria che conservava le sue ceneri, una preziosa arca in bronzo foderata in lamina d’argento.
L’arca è decorata a sbalzo con animali reali (toro, pantera, cavallo) e fantastici (grifo) e realizzata forse da artigiani siriani operanti a Cerveteri.
Gli animali che sfilano elegantemente sulla cassa dell’urna rimandano immediatamente alle opere di arte orientale note in ambiente siriano e sono testimonianza degli stretti rapporti commerciali che si sviluppavano nel Mar Mediterraneo tra popoli lontanissimi tra loro.