In una edizione dei Giochi olimpici dove le polemiche, incalzate dal chiacchiericcio sui social, sembrano avere un peso maggiore delle medaglie vinte, emergono alcune dichiarazioni degli atleti che hanno la forza di spazzare via le diatribe da divano e chiarire a tutti noi che significato ha per uno sportivo partecipare alle Olimpiadi. Tra queste ci sono le parole di Francesca Fangio, nuotatrice livornese, dopo essere rimasta esclusa dalla finale olimpica nei 200 rana.
Per la Fangio, Parigi è la seconda olimpiade, dopo Tokyo, a cui partecipa nella distanza dei 200 rana, disciplina del nuoto. La 29enne livornese e primatista italiana (2’23″06), tesserata per Esercito ed In Sport Rane Rosse e seguita proprio nelle piscina labronica da Stefano Franceschi, chiude in 2’25″36, lontano dal suo personale, e al quattordicesimo posto la semifinale dei 200 rana a Parigi. Tempo e posizione che la lasciano fuori dalla finale.
Al termine della gara la livornese si è avvicinata ai microfoni Rai per la dichiarazione di rito e incalzata dalle domande della giornalista che chiede cosa non ha funzionato, risponde emozionata: “Sicuramente posso nuotare molto meglio – commenta, tra le lacrime, Fangio – Il tempo non mi soddisfa, ma sono contenta perché me la sono goduta. Sono andata senza ansia. L’atmosfera è strepitosa. Sono molto contenta di essermi riuscita a godere tutto quanto: la gara, il contesto, l’emozione. Anche se la gara non è venuta proprio in modo perfetto. Non mi aspettavo di riuscire a qualificarmi ad un’altra Olimpiade. Per i giornalisti magari è brutto sentirsi dire: ‘È bello anche solo poter partecipare‘, ma per me lo è stato. A Tokyo non era esattamente così. Viverla ora in questo modo mi ha fatto emozionare tanto e sono molto felice“.
Ha poi proseguito ai microfoni di Eurosport dove ha aggiunto che la morale: “è sicuramente quella di non mollare mai perché tutto è possibile a qualsiasi età. Sognare non costa niente e fatelo, fatelo tutti perché poi è bellissimo“.
Francesca Fangio, nuotatrice livornese del 1995, ha conquistatola qualificazione a Cinque Cerchi proprio all’ultima occasione, alla fine del mese di giugno al Trofeo Settecolli, tenendo conto delle tabelle di World Aquatics. Ha così avuto poco meno di un mese per affinare la preparazione per Parigi. Anche per Tokyo, prima Olimpiade per la Fangio, il pass arrivò non subito, ma dopo tanto lavoro e sacrificio.
Un invito quello a non mollare della Fangio che si aggiunge alle dichiarazioni di Benedetta Pilato, fuori dal podio per un centesimo, che ha affermato come quello fosse per lei il giorno più bello della sua vita o anche di Matteo Restivo, rimasto anche lui fuori dalle semifinali dei 200 dorso ma soddisfatto già solo per essere arrivato alle Olimpiadi di Parigi.