È il 2004 quando due enti, Parco della Corsica e Parco Regionale della Maremma, con il contributo della Regione Toscana, firmano una convenzione e danno vita al progetto di ricostituzione di una popolazione nidificante di falco pescatore.
Nel 2011 abbiamo assistito alla prima coppia e ai primi due pulcini nati in Italia dopo più di 40 anni. Oggi le coppie che si riproducono sono ben otto: 6 in Maremma (1 nel Parco Regionale della Maremma, 2 nella Riserva Naturale Diaccia-Botrona, 1 nell’Oasi WWF Laguna di Orbetello, 1 nell’Oasi WWF Orti-Bottagone, 1 nella Riserva Naturale Duna Feniglia); 2 coppie in Sardegna, nel Parco Regionale di Porto Conte. Una coppia nel nido dell’Isola di Capraia, nell’Arcipelago Toscano, senza schiuse.
In questi venti anni (fino al 2024) sono nati 104 falchi pescatori italiani, 89 in Maremma e 15 in Sardegna.
Il progetto
Questa, in breve, è la lunga storia del Progetto falco pescatore, sostenuto inizialmente dalla Regione Toscana attraverso il programma Interreg III del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, e dal 2015 dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano e partner. L’iniziativa, nata con l’obiettivo di ricostituire una popolazione nidificante della specie, è stata incoraggiata da Legambiente e WWF Italia, che nel 2006 ha insignito il Parco della Maremma con il prestigioso “Panda d’Oro” per il valore conservazionistico del progetto.
L’attività di monitoraggio consiste nell’identificazione degli esemplari nidificanti e dei nuovi nati attraverso l’apposizione di anelli di riconoscimento. Inoltre, allo scopo di seguire gli spostamenti degli individui, questi vengono dotati di piccoli sistemi GPS che consentono di individuarne la posizione in tempo reale e studiare le migrazioni e la biologia della popolazione mediterranea.
L’anniversario
Giampiero Sammuri, tra gli ideatori del progetto e attuale presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, in un post su Facebook ha scritto: “Mi sembra ieri. 20 anni! Abbiamo assistito ad oltre 50 nidificazioni, inanellato ed applicato trasmettitori satellitari ad oltre 100 falchi pescatori. Quando abbiamo iniziato il falco pescatore era estinto come nidificante in Italia da quasi 30 anni, quasi non ci credo nemmeno io…Un grande ringraziamento ai nostri amici corsi grazie ai quali tutto è cominciato“.