Il giovane fiorettista, Filippo Macchi, cresciuto nella scherma Navacchio è medaglia d’argento individuale all’esordio olimpico, sconfitto in finale per 15 a 14 dallo schermidore di Hong Kong, Ka Long Cheung (già medaglia d’oro a Tokyo tre anni fa). Il metallo poteva essere ancora più pesante, l’azzurro parte in svantaggio ma riesce a recuperare andando avanti addirittura di un paio di stoccate, poi il 14-14 e la decisione passa ai giudici, che fanno ripetere per tre volte l’ultima stoccata per poi affidare la vittoria al portacolori di Hong Kong, tra le proteste dello stesso Macchi e della Federazione che ha inoltrato una protesta formale per l’oro negato all’azzurro.
Il toscano delle Fiamme Oro ha iniziato la sua giornata battendo il cinese Xu (15-10), il giapponese Matsuyama (15-11) e l’egiziano Hamza (15-9), prima della semifinale capolavoro vinta sullo statunitense Itkin (15-11). È stata una prestazione superlativa quella del non ancora 23enne Macchi, trascinato a fondo pedana dall’alba al tramonto della gara dal CT Stefano Cerioni, che in lui ha creduto moltissimo. L’allievo del maestro Marco Vannini, prodotto del Circolo Scherma Navacchio, ha data spettacolo e lanciato un bacio al cielo, per il nonno Carlo – il maestro Carletto Macchi – suo primo tecnico e tifoso, che avrà gioito da lassù nel vedere il “nipotino” sul palcoscenico olimpico a infiammare gli 8mila spettatori del Grand Palais di Parigi e milioni di sportivi davanti alla TV in mondo visione. Nella stessa prova 7° Guillaume Bianchi e 9° Tommaso Marini, numero 1 del ranking mondiale.
“La scherma è uno sport a discrezione dell’arbitro – ha dichiarato Filippo Macchi, al termine della finale -. Sono andato avanti 14-12 e forse avrei dovuto chiuderla qui. A casa riguarderò le stoccate ma ora non voglio esprimermi, da dentro pensavo di avere ragione. Ho sognato questo momento mille volte ma mai così. Ora abbiamo una gara a squadre con i miei compagni e vogliamo dare tanto, loro mi sono stati vicinissimi. Mi sono ispirato a Dani (Garozzo ndr) e a lui mi ispiro. Mi volevo godere questa Olimpiade e l’ho fatto quasi fino alla fine. Sono stato su queste pedane il più a lungo possibile. Da casa si aspettano sempre tante medaglie dalla scherma ma il livello mondiale si è alzato tantissimo. Cheung è di Hong Kong ed è fortissimo, ma tempo fa non esisteva nemmeno come nazione nella scherma”.
Ora Filippo Macchi deve tenere alta la concentrazione per il 4 agosto quando tornerà in pedana per la gara di fioretto a squadre insieme a Bianchi e Marini e quella potrà essere l’occasione per tirare fuori la rabbia di questa sconfitta e puntare alla seconda finale olimpica.