Nella cornice di piazza Mazzini a Viareggio è andata in scena la cerimonia conclusiva della 95esima edizione del premio Viareggio-Rèpaci, uno tra i più antichi e prestigiosi premi letterari d’Italia. Ad aggiudicarsi la vittoria per la categoria narrativa è stata Silvia Avallone con “Cuore Nero” edito da Rizzoli.
“Sono felicissima e onorata che Cuore nero abbia vinto un premio così prestigioso e storico come il Viareggio-Rèpaci – ha commentato Silvia Avallone -. È un romanzo a cui tengo in modo speciale, perchè mi ha insegnato la forza delle relazioni umane contro ogni male. Sono grata alla giuria e a questa meravigliosa, fervida, città“.
Il presidente della giuria Paolo Mieli ha detto che ogni anno rimane “colpito dalla straordinaria partecipazione del pubblico che cresce ad ogni edizione. Un successo che ci induce a proseguire in questa direzione, anche in vista dei grandi festeggiamenti per il compimento del secolo del premio. Il Viareggio-Rèpaci non è solo uno storico riconoscimento, ma anche unico nel suo genere. La proposta delle tre categorie, poesia, saggistica e narrativa, ci permette infatti di offrire al pubblico tante novità di qualità del nostro panorama letterario, e di avvicinare, anche fisicamente, i libri e la gente. È un premio per gli scrittori, che sono i protagonisti assoluti, ma destinato soprattutto ai lettori“.
Nel corso della cerimonia di premiazione protagonisti anche gli altri finalisti per la narrativa: Federica De Paolis con ‘Da parte di madre’ (Feltrinelli) e Marco Lodoli con ‘Tanto poco’ (Einaudi), oltre ai premiati Stefano Dal Bianco con “Paradiso” (Garzanti) per la poesia, e Vincenzo Trione con “Prologo celeste” (Einaudi) per la saggistica. E ancora, i premi speciali Anita Likmeta, premio internazionale Viareggio-Versilia, Alice Valeria Oliveri, premio opera prima per ‘Sabato Champagne’ (ed. Solferino) e Giovanna Reanda, premio giornalistico.
La vincitrice
Silvia Avallone è nata a Biella nel 1984. Trascorre tutte le estati della giovinezza a Piombino, da suo padre: questo crea un rapporto speciale tra lei e la città toscana, protagonista del suo romanzo più noto, Acciaio con cui arriva seconda al premio Strega e da cui è stato tratto l’omonimo film. Cuore Nero è il suo ultimo libro, il romanzo più maturo dell’autrice, una storia di condanna e di salvezza che indaga le crepe più buie e profonde dell’anima per riempirle di compassione, di vita e di luce. Cuore nero è stato il libro vincitore del Premio Elsa Morante 2024 – narrativa.
L’unico modo per raggiungere Sassaia, minuscolo borgo incastonato tra le montagne, è una strada sterrata, ripidissima, nascosta tra i faggi. È da lì che un giorno compare Emilia, capelli rossi e crespi, magra come uno stecco, un’adolescente di trent’anni con gli anfibi viola e il giaccone verde fluo. Dalla casa accanto, Bruno assiste al suo arrivo come si assiste a un’invasione. Quella donna ha l’accento “foresto” e un mucchio di borse e valigie: cosa ci fa lassù, lontana dal resto del mondo? Quando finalmente s’incontrano, ciascuno con la propria solitudine, negli occhi di Emilia – “privi di luce, come due stelle morte” – Bruno intuisce un abisso simile al suo, ma di segno opposto. Entrambi hanno conosciuto il male: lui perché l’ha subito, lei perché l’ha compiuto – un male di cui ha pagato il prezzo con molti anni di carcere, ma che non si può riparare. Sassaia è il loro punto di fuga, l’unica soluzione per sottrarsi a un futuro in cui entrambi hanno smesso di credere. Ma il futuro arriva e segue leggi proprie; che tu sia colpevole o innocente, vittima o carnefice, il tempo passa e ci rivela per ciò che tutti siamo: infinitamente fragili, fatalmente umani.