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L’intelligenza artificiale in campo contro l’inquinamento marino: il progetto del Polo tecnologico di Navacchio

Il sistema subacqueo integrerà sensori di salinità e clorofilla per monitorare la salute della flora e fauna acquatica: entro un anno il prototipo

Plastica in mare - © Eppela

Una tecnologia innovativa che grazie all’intelligenza artificiale riesce ad individuare in autonomia i rifiuti dispersi in mare. È il sistema subacqueo che sta per essere messo a punto da Cubit, il centro di ricerca del Polo Tecnologico di Navacchio, che annuncia l’avvio del progetto Musai (Modular Underwater System with Artificial Intelligence to fight marine pollution), finanziato dal Pnrr.

Ogni anno, circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono negli oceani e il Programma Ambiente delle Nazioni Unite ha inserito il problema della plastica negli oceani tra le sei emergenze ambientali più gravi del pianeta. La nuova tecnologia sviluppata nell’ambito del progetto contribuirà alla salvaguardia degli ecosistemi marini.

Come funziona la tecnologia

Il sistema subacqueo integrerà sensori di salinità e clorofilla per monitorare la salute della flora e fauna acquatica. Grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, computer vision e sensor fusion, i dati saranno raccolti ed analizzati e trasmessi in tempo reale ad un mezzo di supporto, come una barca di appoggio o un sottomarino a comando remoto. L’analisi dei dati scientifici – senza l’ausilio di personale specializzato – consentirà una più efficace ricerca dei rifiuti, a livello di tempi, risorse e costi.

L’obiettivo del progetto è ottenere entro 12 mesi un prototipo ad elevate prestazioni, già testato in ambiente operativo, che potrà essere proficuamente utilizzato per la salvaguardia i nostri mari.

Cubit, società consortile a responsabilità limitata, sarà supportata nello sviluppo del progetto dall’Università di Pisa e da un’azienda pisana, leader nel settore ICT.

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