Maria Pia è l’albicocca a prova di cambiamenti climatici. Un frutto prodotto dall’azienda agricola Camillo Pacini a Rigoli e nato dalla collaborazione con la facoltà di Agraria dell’università di Pisa.
“Non soltanto ha delle caratteristiche organolettiche molto piacevoli -sottolinea Rossano Massai, docente della facoltà di agraria dell’università di Pisa- ma ha anche la peculiarità di essere facilmente consumabile. Il nocciolo si distacca facilmente dalla polpa”.
L’identikit di Maria Pia
Maria Pia, rispetto alle sue “sorelle”, si distingue per le dimensioni un po’ più ampie, la guancia rossa e il sapore ricco e gustoso. Il suo punto di forza è la resistenza ai fenomeni atmosferici di un clima ormai impazzito. Si adatta agli sbalzi termici e alle piogge torrenziali.
Viene prodotta a Rigoli a piedi dei Monti Pisani grazie alla collaborazione tra l’azienda Camillo Pacini a San Giuliano Terme e la facoltà di Agraria di Unipi da sempre all’avanguardia nella ricerca delle selezioni delle varietà frutticole.
“È una selezione che ha parenti un po’ in tutto il mondo: dal Canada alla Francia, dalla zona vesuviana alla Toscana. Un frutto nato in laboratorio e che abbiamo cercato di rimettere insieme con un’azione di selezione” puntualizza il professore Massai.
Super resistente al clima impazzito
In un inverno che ha penalizzato fortemente l’agricoltura e ha visto crollare del 23% la frutticoltura in Toscana la Maria Pia ha resistito meglio degli altri frutti all’inverno caldo dimostrando grandi dosi di adattamento. Pere, ciliegie, nettarine, susine e le altre albicocche hanno risentito invece degli scossoni climatici.
Come testimonia il produttore Giovanni Pacini: “è stata l’unica albicocca ad arrivare alla raccolta in maniera abbondante, le altre due varietà o non hanno fiorito o hanno perso i fiori. Le varietà più comuni di albicocca hanno bisogno di inverni freddi ed asciutti per completare il loro ciclo vegetativo ed arrivare poi al momento della raccolta a giugno. La Maria Pia invece no”.
Il nome dell’albicocca ha un significato speciale per la famiglia Pacini: “è un omaggio a nostra madre anche perché un po’ la ricorda con questa guancia rossa che era un po’ anche la sua caratteristica”.