Si chiude oggi a Firenze la seconda edizione dell’Aftercare Forum, il meeting internazionale dedicato alle politiche di supporto alle multinazionali sul territorio. Dopo l’edizione di Parigi del 2023, il forum ha scelto quest’anno il capoluogo toscano per una due giorni di incontri di alto livello che hanno richiamato in città relatori e pubblico da diversi paesi del mondo.
L’evento ha visto la partecipazione di speaker provenienti dai Caraibi al Sud America, fino al Vecchio continente, con esponenti da Germania, Danimarca, Ucraina, Italia. Al centro degli interventi gli strumenti per accompagnare nella crescita le aziende, creando occupazione e indotto sul territorio. L’Aftercare Forum, ospitato nelle magnifiche sale affrescate di Palazzo Capponi per due giorni di giorni di full immersion, è stato organizzato da Cities & Collaboration, agenzia londinese di consulenza per lo sviluppo economico e gli investimenti diretti esteri diretti (IDE), insieme ad Invest in Tuscany, ufficio della Direzione competitività territoriale e autorità di gestione di Regione Toscana e punto di riferimento per le aziende nazionali e internazionali che vogliono investire in Toscana, fornendo servizi di assistenza e promuovendo opportunità di investimento.
In Toscana 2.800 imprese straniere per 80mila posti di lavoro
Soddisfazione del presidente della Regione Toscana per la scelta di Firenze come sede dell’evento dopo un accurato processo di selezione, a dimostrazione che la Toscana è in grado di offrire un’interessante destinazione per gli investimenti, con un’economia fiorente e un forte impegno all’innovazione, rinomata per svariate industrie che vanno dalla moda all’agroalimentare, dalle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) alle Scienze della Vita, dal turismo alla costruzione di grandi yacht, dalla manifattura intelligente alla mobilità e tanto altro.
Il forum si è concentrato particolarmente sul tema della green economy e di come sia importante fare squadra per massimizzare i risultati. Un esempio in tal senso arriva proprio dalla Toscana, che ad oggi è una delle regioni italiane leader nell’attrazione di investimenti diretti esteri, con oltre 2.800 unità locali di aziende straniere presenti, per un fatturato complessivo di oltre 37 miliardi di euro e più di 80.000 occupati. La Toscana, inoltre, figura al quarto posto nella top 10 delle destinazioni di investimento più promettenti d’Europa secondo la classifica “European Cities & Regions of the Future 2024” del Financial Times.
“Il segreto del successo della Toscana è quello di aver saputo mettere in pratica una proficua collaborazione tra soggetti pubblici e privati, per generare valore comune – ha spiegato Carolina Arriagada Peters, coordinatrice del Forum – In questo territorio, uffici come Invest in Tuscany svolgono un ruolo enorme, perché possono promuovere e guidare la transizione ecologica che essenzialmente aiuta l’azienda a rivalutare il proprio modello di business e ad aggiornare e migliorare ciò che sta facendo per essere più competitiva”.
Multinazionali e green economy: gli esempi di successo
Evento clou del forum è stato il panel “L’economia circolare come motore della trasformazione aziendale” che ha avuto per protagonisti i rappresentanti di Invest in Tuscany insieme ad alcune multinazionali con base in Toscana per le quali sostenibilità ed economia circolare giocano un ruolo strategico. Tra queste: Baker Hughes, il Gruppo Dumarey Flowmotion e Mcphy.
Lato Baker Hughes è intervenuto il vicepresidente, Paolo Ruggeri, che ha sottolineato come l’azienda si sia impegnata ad azzerare le emissioni entro il 2050, con l’obiettivo intermedio di arrivare al 50% in meno entro il 2030. Lo scorso anno Baker Hughes ha investito 658 milioni di dollari in tecnologie fondamentali e digitali, per consentire all’industria energetica di progredire
nel suo percorso a zero emissioni, ed oggi sviluppa programmi di istruzione e formazione per guidare dipendenti, clienti e partner della catena del valore nel percorso di sostenibilità verso il raggiungimento delle emissioni zero.
Per Dumarey Flowmotion è intervento invece il responsabile business development, Edoardo Giorgetti, che ha evidenziato come l’azienda, nata nel 1987 e con oltre 1000 persone impiegate negli stabilimenti ed altre 100 nella parte sviluppo, stia mettendo a punto una serie di progetti per garantire la mobilità verde tramite l’utilizzo di combustibili che garantiscono una neutralità dell’emissione del carbonio e per sviluppare motori a idrogeno, una frontiera nuova che l’azienda sta affrontando.
Infine, Marco Luccioli, country leader di McPhy Energy Italia, ha illustrato i progetti di green economy circolare che l’azienda sta realizzando in Europa, promuovendoli anche in Italia e in Toscana. L’obiettivo dell’azienda, nello specifico, è quello di produrre idrogeno verde da fonti rinnovabili o certificate green e di creare non soltanto sviluppo e occupazione, ma anche occasioni di formazione delle nuove leve di tecnici del futuro.