C’è una nuova band in città, nata dalla voglia di sperimentare nuovi linguaggi e nuove strade: Mattia Gabrielli (già Plastic Man), Luca Landi (cuore del Go!Zilla) e Fabio Ricciolo alle percussioni sono i Città Deserta.
È uscito su tutte le piattaforme il primo singolo “The Lawn”, per Annibale Records, un brano interamente strumentale, dal mood fanta-horror, un pezzo “tra apocalisse e resurrezione”, come lo ha definito la band fiorentina.
Il progetto nato durante la pandemia ha un sound che può definirsi space-cowboy kraut, ispirato ai grandi compositori di colonne sonore come John Carpenter, Alessandro Alessandroni, Piero Umiliani e Giuliano Sorgini.
Le composizioni dei Città Deserta prendono appunto forma della idee di Landi, frontman della formazione psych-garage rock Go!Zilla, e Gabbrielli, attuale bassista del gruppo acid pop Plastic Man, evocando un immaginario cinematografico che scaturisce in maniera sia conscia sia inconscia.
Ecco la nostra intervista
Ciao ragazzi! Ho letto che questo progetto musicale è nato durante la pandemia, è così?
Mattia: Il progetto è partito negli ultimi mesi di pandemia, abbiamo iniziato a mandarci materiale a vicenda e poi abbiamo cominciato a lavorare in sessioni separate, ognuno nel suo studio.
Luca: È il classico progetto nato per passare il tempo, poi le cose sono venute bene, ci siamo divertiti molto a lavorare insieme e quindi abbiamo deciso di dargli una dignità maggiore.
Fin da subito è stato un progetto solo strumentale?
Luca: In realtà all’inizio eravamo un po’ in dubbio. Io però venivo dal progetto Go!Zilla in cui devo già cantare tutti i pezzi quindi non avevo troppa voglia. D’altra parte stavamo cercando un modo per creare delle melodie, e poi piano, piano abbiamo sostituito le voci con le tastiere poi con le chitarre e abbiamo deciso di evitare di usare la voce.
Mattia: In partenza volevamo fare qualcosa di diverso, rispetto a quello che avevamo già fatto con i nostri gruppi precedenti.
Mi sembra che sia fortissima la vicinanza alla musica del cinema e a grandi compositori per il grande schermo come Carpenter, quindi volevo chiedere a entrambi un dei vostri film preferiti, un vostro punto di riferimento
Luca: Tempo fa insieme a Mattia guardavamo un film di Carpenter “Essi vivono”, e una delle prima cose che ho ascoltato è un disco che è fatto di b-side che non state mai inserite in un film che si chiama “Lost Themes”. Sono tutte musiche da lui composte per il cinema e poi mai utilizzate. Ne sono uscite varie versioni.
Mattia: Se stiamo su Carpenter sicuramente “The Fog” è uno dei miei preferiti. Ma vorrei anche citare tra gli album che ci hanno ispirati anche “Afro Discoteca”di Alessandroni.
Luca, per questo disco hai deciso di imparare a suonare il sax, all’insegna della sperimentazione
Luca: Ero a lezione proprio stamattina. Sono contento perché era un mio vecchio pallino imparare a suonare il sassofono tenore. Mi piace e mi diverte perché ho voglia di variare. Questo per noi è un progetto molto importante ma è anche un modo di mettere in pratica cose che normalmente non faremmo. Poi c’è da dire anche che molto spesso quando ti approcci a uno strumento che non è il tuo, da neofita, hai una modalità che è più sulla ricerca del suono, della nota, rispetto alla tecnica. Quindi cosa succede, trovi delle soluzioni, delle melodie ispirate perché non sei influenzato dalla tecnica appunto.
Avete presentato il disco in un concerto all’Ex Fila di Firenze, sul palco con voi anche una bravissima bassista che spero di rivedere, mi ha colpito molto
Mattia: Si chiama Francesca Fruz, è una grande bassista e si è immedesimata subito nel progetto quindi siamo molto felici di averla con noi.
Sono previsti altri concerti?
Luca: Abbiamo una data a WIP a Terranuova Bracciolini il 28 giugno, poi avremo una data all’Hana-Bi di Marina di Ravenna ancora da stabilire, poi parteciperemo al Festivalto alla Limonaia di Fucecchio. L’idea è quella di fare varie date in attesa dell’uscita del disco.