La Galleria Giovanni Bonelli di Pietrasanta, fino al 18 giugno ospita la mostra personale di Luciano Massari “Above + Beyond” a cura di Fabio Cavallucci.
Luciano Massari è artista affermato a livello internazionale, la sua visione artistica ha da sempre le sue radici nei luoghi del marmo, in quella Carrara città natale in cui ha studiato nella locale Accedemia e di cui è diventato direttore.
Lo scrive Fabio Cavallucci, curatore della mostra, notando come “quel paesaggio astratto (ndr. Le cave), innaturale, ma allo stesso tempo così concreto, duro, reale, è ciò con cui l’artista ha dialogato costantemente nel corso degli anni, è la fonte principale della sua ispirazione. E anche se nelle opere assume proporzioni inevitabilmente ridotte, metaforiche ed astratte, è quel paesaggio a divenire rivelazione di un altrove”.
Above + Beyond è un viaggio oltre la superficie visibile delle cose, un’avanzata verso spazi non ancora rivelati e dimensioni del mistero celate dietro le apparenze immediatamente percettibili, un’indagine sulla capacità dell’arte di esplorare territori inaccessibili.
Le opere in mostra
Le nuove opere mostrate in anteprima alla Galleria Bonelli sono figlie di quel paesaggio da cui Massari si eleva per una visione cosmica, offrendo la suggestione di altri mondi.
“Territori” sono bassorilievi apparentemente spianate di territori visti in volo che aprono alla dimensione del mistero, a ciò che sta celato dietro le apparenze. Above – da sopra – and Beyond – oltre, al di là: il titolo della mostra alla Galleria Giovanni Bonelli racchiude l’aspirazione dell’artista a volere andare oltre l’esteriorità, fino a disvelare la vera immagine celata, che è poi il fine della vera arte.
Insieme a queste superfici anche opere tridimensionali, “Meteore”, oggetti frutto di perizia artistica, ma che sembrano avere acquisito forme aerodinamiche attraversando spazi interstellari, consumate dalla rapida caduta. Appaiono allacciate da stringhe ondeggianti, quasi che il senso di movimento abbia preso forma, si sia consolidato e viene voglia di aprirle per portare fuori la vita che nascondono
Per Cavallucci “Spazio, natura, artificio, movimento, luce: sembrano elementi costitutivi di una macchina scenica. Pare quasi che Massari punti a tradurre gli spazi del marmo, le montagne e le cave, in metafore sceniche di altri mondi, come se suoi lavori fossero allusioni, porte di accesso a luoghi che non si sono ancora visti, che si trovano anni luce da qui.”
Ma l’arte di Massari non si limita a rappresentare la realtà, apre anche un dialogo con la filosofia, le sue opere offrono uno sguardo profondo sulla complessità della percezione umana e sulle molteplici interpretazioni della realtà che ci circonda.
“Concetto e materia, astrazione filosofica e realtà concreta, – scrive il filosofo Michele Salimbeni nel catalogo – sono le due antinomie che Massari, attraverso la sua creazione artistica, tenta di conciliare e mettere a confronto. Il risultato di questa confronto è la rappresentazione che ha origine dall’immagine, superficie, di hegeliana importanza, dell’opera. L’esistenza del mondo materiale dipende dal soggetto che la percepisce e che ne fa una sua rappresentazione. Troviamo questa idea in alcune teorie della fisica moderna e in particolare le teorie della meccanica quantistica che descrivono il comportamento della materia attraverso le interazioni con un osservatore”.
Luciano Massari
Nato a Carrara, Luciano Massari ha studiato presso la locale Accademia di Belle Arti, che ha poi diretto dopo avervi insegnato scultura. Ha iniziato la carriera artistica nel 1980, vincendo il concorso per la realizzazione dell’opera “Icarus Millenovecentottantaquattro” a Trinidad and Tobago.
Ha partecipato a numerose mostre (personali e collettive) e concorsi di rilevanza internazionale. Le sue opere sono in collezioni pubbliche e private italiane ed estere, tra cui la Collezione Gori alla Fattoria di Celle e il Parco di sculture realizzato sul Monte Amiata dall’artista Daniel Spoerri. Nel 2005 ha partecipato alla 51° Biennale di Venezia, nell’ambito del progetto speciale Isola della poesia.
Hanno scritto sul suo lavoro i più autorevoli critici e curatori, tra gli altri: Jacopo Cannas, Bruno Corà, Andrea B. Del Guercio, Mario De Micheli, Floriano De Santi, Daria Filardo, Giorgio Di Genova, Massimo Donà, Matteo Innocenti, Nicola Miceli, Tommaso Paloscia, Francesco Poli, Giò Pomodoro, Ludovico Pratesi, Giandomenico Semeraro, Gabriella Serusi, Marisa Vescovo, Marco Senaldi.