In streaming il film che racconta la vita e la musica della cantautrice toscana, Gianna Nannini
E’ nella playlist delle nuove uscite di Netflix, dallo scorso 2 maggio, il film della regista fiorentina Cinzia Th Torrini, Sei nell’anima. Un film che ha tanto a che spartire con la Toscana: è infatti il biopic sulla cantautrice senese, di fama internazionale, Gianna Nannini. La lavorazione del film si è svolta in buona parte in Toscana (oltre che in Lazio e in Piemonte), con le scene girate in piazza del Campo, per le strade che solcano la bellissima campagna dei dintorni di Montalbuccio, Terrensano, Pian Del Lago e del Parco di Belcaro. Riprese che hanno visto la collaborazione del Comune di Siena e di Toscana Film Commission. Alcune scene sono state girate presso la Certosa di Belriguardo, da sempre di proprietà della famiglia Nannini, e nella piazza principale di Torri, nel comune senese di Sovicille. Il film, prodotto da Indiana Production, segue le vicende di Gianna Nannini, dapprima da bambina, poi da adolescente ribelle, fino al suo successo del 2004, Sei nell’anima, brano che dà il titolo al film e non solo.
“Sei nell’anima”, un progetto crossmediale firmato Gianna Nannini
Gianna Nannini è infatti ripartita con slancio quest’anno, a marzo 2024, alla soglia dei settant’anni, con il progetto crossmediale Sei nell’anima, che vede un film, un libro e un tour europeo. Il film è quello citato; il libro, al quale si ispira il film, si chiamava Cazzi miei, e ora viene rieditato col titolo di Sei nell’anima (Cazzi miei), con una nuova prefazione, nella quale si spiega il legame tra le pagine del libro e la loro trasposizione cinematografica; il tour si chiama invece Sei nell’anima tour – European, con un programma di date live nelle arene di Ginevra, Zurigo, Monaco, Hannover, Francoforte, Berlino, Essen, Ludwigsburg, Ravensburg, Nuremberg, Kassel, Firenze, Torino, Milano, Eboli e Roma. Wow! Gianna che canta, che spacca, che si reinventa.
Nel film, la ribellione, la crisi, la rinascita di Gianna Nannini
Ma la sua vita non è stata tutta rosa e fiori, e l’elisir di lunga vita se lo è guadagnato goccia dopo goccia, giorno dopo giorno: con le lotte portate avanti nella sua famiglia, con i manager musicali, con partner distratti, con una società che la giudicava e, infine, con una grande crisi, un periodo di disagio mentale e fisico, dopo il quale, nel 1983, si è sentita come rinascere a nuova vita. Il corpo che cede, la mente che vaga in assurde allucinazioni, complice qualche droga di troppo, una vita sregolata, dissidi interiori e chissà cos’altro. Ma la via per rinascere si trova anche grazie all’amore.
L’attore fiorentino Maurizio Lombardi interpreta in modo credibile – e al tempo stesso divertente – il padre di Gianna, Danilo, ricco imprenditore tradizionalista, con il quale la protagonista ingaggia un rapporto di amore-odio e poi di nuovo amore, profondissimo, che dà il la a quella ribellione, che la porterà a tirare fuori il desiderio di cantare ed esprimersi.
Ma chi stupisce e lascia a bocca aperta è l’attrice che interpreta Gianna Nannini, da giovane e da adulta, Letizia Toni. Stessa voce, stesso accento, stessa intonazione nel canto, stessa insolenza, stesso tutto. Veramente un’interpretazione al top, per un’attrice a lungo cercata con i casting, finalmente trovata, qui alla sua prima vera prova attoriale.”Abbiamo iniziato con uno scouting a 360 gradi” – ha dichiarato Cinzia Th Torrini – “prediligendo attrici tra i 20 e 30 anni, anche sconosciute, che avessero non solo la cadenza toscana, ma che ricordassero Gianna nello sguardo, senza farne una copia. Poi, il modo di comunicare, di camminare, e soprattutto cantare ed un po’ suonare ci avremmo lavorato dopo. Avendo scritto la sceneggiatura con i due toscani Calamini e Diamanti, e con l’apporto di Gianna stessa, i dialoghi sembravano proprio usciti dalla sua bocca. Quindi complicati da interpretare da una non toscana. Non ho mai perso la speranza di trovare la persona giusta, perché ero determinata a realizzare questo film ad ogni costo, anche rinunciando ad altri possibili progetti. Alla fine, sbuca il provino di una giovane attrice ancora sconosciuta: Letizia Toni. Dentro aveva il fuoco e quando Gianna ha visto il provino finale, dove Letizia cantava “America” e interpretava una scena molto forte e determinante per il percorso drammaturgico della storia, si è commossa. Eravamo tutti convinti che l’avevamo trovata!”. Fanno parte del cast del film anche Selene Caramazza, Stefano Rossi Giordani, con la partecipazione di Andrea Delogu che interpreta una giovane Mara Maionchi.
La trama del film “Sei nell’anima”
Nel film si racconta quindi della storia di una delle voci più incisive e rinomate della nostra musica, trent’anni raccontati partendo dall’infanzia, fino alla consacrazione. “Sei nell’anima – si legge nella presentazione online – accompagna il pubblico in un viaggio dentro la vita e la mente creativa di una donna capace di plasmare emozioni con poesia e musica. Un’artista unica, rivoluzionaria, fuori da qualsiasi schema e definizione, alla continua ricerca di ispirazione, di trasformazione, che ha fatto della musica e della libertà il suo manifesto”. Di fronte alle rigidità paterne Gianna se ne va di casa giovanissima e si trasferisce in un albergo a ore di Milano e incontra Mara Maionchi che ne riconosce il talento e che produrrà i suoi primi dischi insieme a Claudio Fabi. Nannini passerà poi a Peter Zumsteg e tramite lui al rock, dando il via alla sua carriera di superstar internazionale, con un bellissimo lancio in Germania, dove otterrà un grandissimo successo.
Il film, scritto da tutte penne toscane: Donatella Diamanti, Cosimo Calamini, con la collaborazione della stessa Nannini, è molto ben realizzato, riuscendo a restituire al pubblico il travaglio interiore e le rinascita di una donna che non è mai scesa a compromessi. A tratti un film commovente, per come sa comunicare la fragilità e il cuore tenero di una dura sul palcoscenico. Bel ritmo, bella sceneggiatura, bravissima la protagonista e una Toscana vera, quella da cartolina e non solo. La lavorazione della sceneggiatura – prosegue la regista – “ha visto gli autori confrontarsi sia con Gianna, sia con alcune figure centrali della sua vita, mettendo insieme la storia emotiva a quella artistica”.