Dal 18 maggio al 23 giugno 2024 torna la terza edizione di “Cantieri Montelupo”, il programma di residenze d’artista curato da Christian Caliandro, che quest’anno ha coinvolto gli artisti Anna Capolupo, Maria Palmieri, Roxy in the Box, Alessandro Scarabello, insieme ai ceramisti Ceramiche d’Arte Ammannati, Patrizio Bartoloni, Ivana Antonini (con la collaborazione di Marco Ulivieri) e Stefano Bartoloni.
La mostra rappresenta il momento conclusivo di un percorso di residenze d’artista iniziato a giugno 2023, che ha dato vita ad una serie di opere site specific realizzate attraverso il coinvolgimento attivo dei ceramisti del territorio e dell’intera comunità.
Le opere degli artisti sono esposte presso la Galleria di via XX Settembre 37, più un‘installazione site specific permanente che è collocata sul muro di argine del fiume Pesa a Montelupo Fiorentino.
Il progetto è nato per promuovere il dialogo tra il museo, la produzione di ceramica e la comunità, utilizzando il linguaggio dell’arte contemporanea.
C’è solo una regola: vengono invitati artisti senza alcuna esperienza pregressa con la ceramica, e che anzi provengono dai linguaggi apparentemente più distanti da essa, in modo da attivare meccanismi spontanei liberi da condizionamenti pregressi.
Cantieri Montelupo è organizzato e sostenuto dalla Fondazione Museo Montelupo e dal Comune di Montelupo Fiorentino con il contributo del bando di iniziativa regionale Toscanaincontemporanea2023, e apre le porte in concomitanza con l’evento nazionale Buongiorno Ceramica, festival delle città della ceramica italiane, promosso da AICC (Associazione Italiana delle Città della Ceramica).
Gli artisti che hanno partecipato al progetto e le opere in mostra
La pittrice Anna Capolupo ha collaborato con Ceramiche d’Arte Ammannati, creando “biscotti” dipinti a smalto (Cecità e Afonia), oggetti a metà tra dipinti, sculture, oggetti devozionali e rituali ispirati alle tradizioni ancestrali della Calabria, che rappresentano un collegamento importante con le sue radici.
La fotografa Maria Palmieri, insieme al ceramista Patrizio Bartoloni, ha dato vita a un’innovazione sorprendente della fotoceramica, legata tradizionalmente a un linguaggio rigido e a tratti ‘funereo’. Attraverso un lavoro sperimentale sulle superfici e sull’interazione tra immagine fotografica, smalto e cotture, è nata una serie di oggetti: lastre, scodelle, brocche, mattoni in refrattario, che sembra nuova e allo stesso tempo antica, e che attiva ancora una volta una delle sedi principali dell’immaginario montelupino: il torrente Pesa. La serie, che si intitola Rudralith (da Rudra, antica divinità vedica legata ai sacrifici rituali), trasforma l’oggetto ceramico in una testimonianza tangibile della transitorietà del tempo.
L’artista visiva Roxy in the Box ha esplorato il legame tra Montelupo Fiorentino e la villa medicea dell’Ambrogiana, utilizzata come manicomio criminale durante l’epoca lorenese e poi fino al 2017 come Ospedale Psichiatrico Giudiziario.
L’installazione, intitolata On the Air e realizzata con i ceramisti Ivana Antonini e Marco Ulivieri, presenta una poltrona con lo schienale ricoperto di rose, che poggia su una serie di lastre dipinte dai residenti con i propri ricordi felici. La poltrona è circondata da cinque megafoni, decorati con motivi quali sigarette, caramelle, lamette, spine, ancora rose, che rappresentano le voci degli internati, voci che trovano in quegli elementi occasionali momenti di sollievo e che spesso venivano udite dagli abitanti. L’opera si concentra sulla fusione tra memoria individuale e collettiva del paese.
Il pittore Alessandro Scarabello, partendo dalla sua serie di dipinti chiamata Heretic Exercise, ha sperimentato il suo stile su mattonelle e pezzi di ceramica con l’aiuto di Stefano Bartoloni, eccellenza nel campo della decorazione pittorica su ceramica.
Infine, completano Cantieri Montelupo le opere site specific e in grande formato realizzate dagli artisti Anna Capolupo e Alessandro Scarabello sul muro di argine del fiume Pesa.
Si tratta di Rapacissime, “una natura morta con arpia” di tre metri per tre in cui Anna Capolupo ha rielaborato una delle figure più famose della tradizione ceramica montelupina, e di un trittico in bianco e nero di tre metri per sette intitolato Opera nigra, con un animale in spazi metafisici dipinto da Alessandro Scarabello.