Una selezione di planisferi, disegni e stampe, prodotti tra il XV e il XVII secolo, per raccontare una storia di scoperte rivoluzionarie, che va dal trattato sulla Geografia di Claudio Tolomeo fino all’arrivo del fiorentino Giovanni da Verrazzano nella baia americana dove, nel 1665, sarebbe poi sorta la città di New York. È quanto propone la mostra “Giovanni da Verrazzano tra Firenze e New York: cartografie tra il ‘300 e il ‘600”, inaugurata nella sede dell’Istituto Geografico militare a Firenze.
La mostra, aperta fino al 31 maggio, espone documenti in forma anastatica e celebra i 500 anni dalla scoperta della baia di New York da parte di Giovanni da Verrazzano. Un evento che è anche l’occasioneper ricordare la “Geografia di Tolomeo” (II secolo d.C.), quasi completamente dimenticata in Europa durante il Medioevo, che fu riscoperta a Firenze alla fine del XIV secolo.
Proprio a Firenze sorsero le prime botteghe di “dipintori di carte” e la città divenne un centro di produzione cartografica. Nel corso di un secolo, poi, la vecchia geografia tolemaica, limitata ai soli tre continenti, fu poi completamente riscritta grazie alle nuove scoperte. Giovanni da Verrazzano, su incarico del re di Francia, Francesco I, concentrò le sue esplorazioni lungo la costa nord-orientale del continente americano, alla ricerca del passaggio verso l’estremo Oriente.
All’inaugurazione della mostra, il comandante dell’Istituto Geografico militare di Firenze, generale di corpo d’armata Massimo Panizzi, si è detto lieto di ospitare una mostra “che riguarda l’evoluzione della cartografia dal 14esimo al 16esimo secolo, periodo nel quale, di fatto, la cartografia mondiale ha vissuto uno sviluppo notevolissimo a seguito delle grandi scoperte”. Il presidente della Regione Toscana ha evidenziato che quella di Giovanni da Verrazzano è una figura fondamentale perché è il primo che descrive la baia di New York.