“Fram-menti, Di-visioni” è il titolo della mostra dell’artista pistoiese Flavio Bartolozzi che sarà ospitata nello Spazio Espositivo C.A. Ciampi a Palazzo del Pegaso di Firenze fino al 24 aprile.
Le opere esposte sono quelle degli anni dell’ultima produzione che va dal 2000 al 2010 circa; un lavoro creato come una sorta di osmosi tra la grafica, il disegno-segno, il cromatismo delle tempere e attraverso “omaggi” ai grandi artisti dell’arte classica e non certo ultima la scultura, di cui Michelangelo è stato maestro nel linguaggio delle forme.
Per realizzare i suoi collage l’artista utilizza frammenti di una memoria condivisa collettiva in cui lo spettatore si può riconoscere, alla ricerca di un equilibrio anche se provvisorio.
Flavio Bartolozzi ha dichiarato di aver speso tutta la sua vita a disegnare e che nel suo lavoro ha sempre cercato una verità e un in particolare ha amato tre artisti: Frida, Goya e Picasso. Una lunga avventura nell’arte che ha vissuto con una grande coerenza stilistica.
Il curatore della mostra Nazario Scelsi ha dichiarato che l’arte di Flavio Bartolozzi parlando è un’arte che non ha confini. L’universo percettivo che si offre allo sguardo è un’immersione in spazi cromatici di grande intensità.
Secondo lo psicologo Antonio Frintino, l’arte di Bartolozzi esprime una sua filosofia della vita, una dimensione che è possibile definire ‘fallica’, che l’artista prende a motivo dominante, al centro di un universo dove il binomio maschio/femmina è sempre presente.
Per il critico dell’arte Ugo Barlozzetti, il collage riesce a comunicare la complessa impostazione dell’artista e ha definito le sue opere enigmatiche come è l’esistere, frammenti del tempo, della memoria.
L’artista Flavio Bartolozzi
Flavio Bartolozzi è nato nel 1938 a Pistoia, dove vive e opera come artista, nonché come instancabile organizzatore di eventi culturali. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dal 1963 al 1967, allievo di Antonio Berti e Ugo Capocchini e con maestri quali Angelo Maria Landi, Alberto Caligiani, Onofrio Martinelli e Renzo Grazzini. Dal 1967 al 1971 ha frequentato lo studio dello scultore A. Zschokke a Basilea. Ha insegnato Plastica e Modellazione al Liceo Artistico “G. Michelucci” di Firenze.
Dal 1958 è presente in mostre personali e collettive nelle maggiori città italiane ed europee. Negli anni successivi si confronta con una serie di “omaggi”, attratto dai maestri come Dante, Fidia, Leonardo e Michelangelo.
Grande importanza riveste per lui l’arte toscana del Rinascimento, su cui è tornato più volte a riflettere, ma soprattutto le problematiche sociali ed etiche del tempo presente, vissuto con la presunzione di poter influenzare l’andamento del vivere stesso attraverso la creatività, unica e vera peculiarità umana.
La sua fervida attività artistica ha spaziato in tutti gli ambiti, grafici e pittorici con notevole attitudine alla scultura prediligendo le crete toscane, il legno e i cosiddetti materiali poveri come il cemento e il gesso che nelle sue opere si sono nobilitati nella leggerezza e plasticità delle forme. Le sue sculture sono presenti nella Chiesa e nel parco della Vergine, in Piazza San Lorenzo a Pistoia e Villa Vogel a Firenze.
Ad oggi è uno dei maggiori artisti del panorama pistoiese ed a livello nazionale con ampio riconoscimento della critica, nel suo lavoro ha sempre cercato un continuo confronto con poeti, letterati, musicisti e filosofi, affrontando i temi della società contemporanea.