Recuperare e riqualificare le antiche traverse o pescaie – dette anche briglie – del tratto fiorentino dell’Arno per la produzione di energia idroelettrica. Dopo l’Isolotto, entreranno a breve in azione anche le due turbine di Martellina e Cartiera, in località Girone, che sfruttano un salto di circa 4,40 metri e una portata media di 60 metri cubi al secondo per sviluppare una potenza di 4,6 gigawattora all’anno.
Gli impianti del Girone rientrano nelle 13 pescaie (gli impianti sono 12) oggetto dei lavori di recupero voluti dalla Regione Toscana. Tutti gli impianti sono realizzati attraverso un Project Financing da 100milioni con Iniziative Toscane e saranno tutti a regime entro il 2025. Il punto è stato fatto nel corso di un sopralluogo del presidente della Regione, Eugenio Giani, e dell’assessora all’ambiente Monia Monni insieme al sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini e la sindaca di Fiesole Anna Ravoni. Presenti anche i tecnici del Genio civile della Regione Toscana col direttore della protezione civile regionale Giovanni Massini.
“Pensare l’Arno come fonte di energia è qualcosa di straordinario – ha detto il presidente Giani – Il Girone ha una particolarità che mi piace sottolineare, quella del passaggio sulla pescaia per le canoe, e la ricostruzione di una pescaia storica che potremo rivedere nella sua bellezza. Mancano due mesi alla fine dei lavori – ha spiegato ancora-, a quel punto e con la conclusione della briglia di san Niccolò Firenze avrà un volto nuovo, dal punto di vista ambientale. Una svolta ecologia: energia pulita e anche una nuova fruibilità del fiume”.
Giani si è soffermato anche sul tunnel sotto l’Arno che potrà essere fatto grazie ai Fondi di sviluppo e coesione e che metterà in collegamento sotterraneo il lungarno della Zecca con piazza Poggi. “Coniughiamo sicurezza, sostenibilità ambientale e riqualificazione di vecchi manufatti – ha specificato il presidente – Le traverse sono opere trasversali al corso d’acqua realizzate per produrre forza motrice, un tempo a servizio di mulini come appunto la pescaia in cui siamo oggi o opifici, che hanno anche un ruolo di regimazione delle acque. Salvaguardiamo anche la biodiversità e valorizziamo un patrimonio storico-culturale composto da opere di ingegneria e architettura fluviale”.
Un intervento complesso, spiega l’assessora Monni entrando nel dettaglio dei lavori e nella particolarità di questo impianto: “La presenza di un elemento mobile, una sorta di paratia gonfiabile (Rubber dam) – ha specificato – che quando il livello dell’acqua scende nella stagione estiva consente di indirizzarla verso le due turbine che così continueranno a produrre in maniera continuativa energia elettrica.E’ evidente che si tratta di un intervento esteso, prevalentemente di natura idraulica perché è proprio questa la funzione primaria delle pescaie: mantenere una quota costante dell’acqua per impedire fenomeni di erosione che spesso compromettono gli argini. Ma c’è anche una funzione ecologica, le traverse concentrano le acque impedendo che il fiume vada completamente in secca e in più, con le turbine si produce energia. Un’opera multifunzionale fatta dialogando con il territorio”. L’assessora Monni si è soffermata anche sulla navigabilità del fiume che verrà garantita sia per i canottieri che per tutti i fruitori dell’Arno”
Tutti gli impianti saranno collocati lungo l’asta dell’Arno in un tratto di 55 chilometri, fra Incisa e Lastra a Signa. Un’operazione complessa che punta a migliorare la sicurezza idraulica lungo il fiume, a preservare la biodiversità, a ridurre la produzione di emissioni climalteranti e a salvaguardare e valorizzare il patrimonio storico ancora presente.
L’investimento totale ammonta a 100 milioni di euro. La concessione avrà durata di 30 anni, estendibili di ulteriori 10 durante i quali sia le opere idrauliche che quelle destinate alla produzione idroelettrica saranno manutenute e gestite dal concessionario. Al termine della concessione le opere rientreranno completamente nella proprietà della Regione Toscana che potrà provvedere ad un nuovo affidamento.