Il mondo dell’arte perde uno dei più grandi maestri della scultura figurativa contemporanea italiana nel mondo. All’età di 93 anni è morto lo scultore Giuliano Vangi: era nato a Barberino di Mugello nel 1931. “È per me un onore esser nato in una terra così fertile” amava ripetere l’artista.
Vangi aveva studiato all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dal 1950 al 1959 insegnò presso l’Istituto d’Arte di Pesaro. Nel 1959 si trasferì in Brasile dove si dedicò all’astrattismo, lavorando cristalli, ferro e acciaio. Nel 1962 ritornò in Italia e si stabilì prima a Varese. Da oltre 50 anni viveva a Pesaro dove è morto martedì 26 marzo.
Con la Toscana aveva mantenuto stretti legami soprattutto a Pietrasanta, la piccola Atene, di cui era cittadino onorario dal 2011.
Un maestro della scultura figurativa contemporanea
Il maestro era uno degli illustri componenti dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze, dell’Accademia di San Luca e dell’Accademia dei Virtuosi al Pantheon di Roma. Ha esposto in Italia e all’estero. Ha collaborato con Renzo Piano e Mario Botta. A lui era stato dedicato anche un museo in Giappone e anche Pesaro stava lavorando alla realizzazione di uno spazio da dedicare al maestro.
Vangi ha realizzato numerosi monumenti come il Crocifisso ed il nuovo Presbiterio per la Cattedrale di Padova, la grande scultura in marmo “Varcare la Soglia” al nuovo ingresso dei Musei Vaticani, una scultura in legno policromo per la Sala Italia di Palazzo Madama a Roma.
Le presenze in Toscana di Giuliano Vangi
In Toscana testimonianze della sua opera si ritrovano a Firenze, Siena, Pisa, Stazzema e perfino nella sua città natia, a Barberino di Mugello. Una delle opere più celebri a due passi da Ponte Vecchio è la statua di San Giovanni Battista, ci sono poi La lupa in Piazza Postierla a Siena, il nuovo altare e l’ambone del Duomo di Pisa.
A Pietrasanta, dove aveva acquistato una casa nel 2005 e collaborava con le botteghe artigiane aveva donato quattro opere al Museo dei Bozzetti. Nel 2020, durante l’emergenza sanitaria per il Covid, aveva offerto un’opera per l’iniziativa ‘Il grande dono dell’Arte’, l’asta benefica di raccolta fondi per l’ospedale unico della Versilia.
L’opera donata al Museo di Sant’Anna di Stazzema
Il maestro Giuliano Vangi aveva donato la scultura “Stazzema” al Museo Storico della Resistenza di Sant’Anna. L’opera, realizzata nel 2008, è una fusione in bronzo con inserti in rame, avorio, oro, granito. Un’opera che esprime il dramma degli uomini che fuggirono nei boschi per sfuggire al rastrellamento e trovarono al loro ritorno le famiglie sterminate nella terribile strage del 12 agosto del 1944.
La collezione di grafiche a Barberino di Mugello
Infine da segnalare la Collezione Permanente Giuliano Vangi, donata nel 2007 e allestita nel Palazzo Pretorio di Barberino di Mugello. Esposti un gesso policromo “Ragazza con vestito di lana” e 79 grafiche, di diversi formati, realizzate con varie tecniche incisorie dal Maestro Giuliano Vangi negli anni 1964-2006.
E’ l’unica raccolta pubblica di opere grafiche dell’artista. Un touch table interattivo consente la consultazione digitale di tutte le grafiche, nonché di documenti, video, immagini dedicati al Maestro Giuliano Vangi e alle sue opere. Un’altra sua scultura, in acciaio, “Ragazzo con giubbotto”, inaugurata nel 2022, si trova davanti al teatro comunale Corsini, sempre a Barberino.
Il ricordo del presidente Giani
“Ricordando l’immenso artista che ci ha appena lasciato, voglio manifestare io l’onore e il sentimento di privilegio che avverto nei confronti di un maestro, un protagonista della scultura italiana del Novecento, che ha portato il nome della Toscana nel mondo” scrive il presidente della Regione Eugenio Giani.
“Fertile appunto – prosegue Giani – come la terra mugellana, il suo lavoro si è dispiegato negli anni mettendo sempre in primo piano l’uomo contemporaneo, con le sue fragilità e la sua complessità, la sua sofferenza, ancora troppo giovane di fronte alla storia e ancora incapace di comprendere che non possiamo continuare a sfruttare la nostra terra e la natura”.
Per il presidente Giani “Vangi ci lascia un’eredità enorme, in Toscana, in Italia, nel mondo, fatta di bellezza e di messaggi universali. Perché l’arte è come un libro aperto scritto in una lingua accessibile a tutti gli uomini, indistintamente, e Giuliano Vangi ce lo ha dimostrato”.