Fino al 14 luglio Villa Bardini a Firenze ospiterà una mostra dedicata a uno dei più grandi protagonisti della fotografia italiana: il napoletano Mimmo Jodice.
L’esposizione è il secondo appuntamento del progetto ‘La Grande Fotografia Italiana’ delle Gallerie d’Italia – Torino, museo di Intesa Sanpaolo affidato a Roberto Koch.
Dalla sequenza di volti statuari e mosaici antichi, realizzati per l’architetto Gae Aulenti per la stazione Museo della metropolitana di Napoli, alle sperimentazioni in camera oscura degli anni Sessanta dove le regole del linguaggio fotografico vengono stravolte superando e forzando i limiti dello stesso.
In mostra anche le immagini delle opere fiorentine di Michelangelo Buonarroti, che escono dagli archivi di Jodice dopo trent’anni.
Nella sezione delle Vedute di Napoli si ritrova tutta l’inquietudine dell’artista, panorami indecifrabili ed enigmatici in un tempo sospeso e rarefatto, fatto di vuoti e di assenze.
L’indagine sulla sua città è solo un punto di partenza che allena il suo sguardo per attraversare in futuro altri paesaggi urbani come Boston, Parigi, San Paolo, Roma, Milano, Tokyo.
A questo racconto si contrappone la Natura di Mimmo Jodice. Questa è aggressiva e poco accogliente, provocando nello spettatore un sentimento di disagio che lo costringe a guardare il mondo che ci circonda in un modo nuovo.
Infine, il Mare dove il tempo di Jodice sembra fermarsi definitivamente. Il fotografo passa ore a guardarlo rintracciando nella sua piatta apparenza, nel movimento circolare delle onde che si infrangono sulla riva, nella ripetitività dei gesti naturali, la dimensione dell’assoluto.
L’omaggio a Michelangelo Buonarroti
Per la prima volta a Firenze gli scatti dedicati a Michelangelo Buonarroti: dieci lavori vintage accumunati dalla lunga ricerca dell’artista sulla scultura ed in particolare sui volti che Mimmo Jodice in modo straordinario estrae dal contesto e fissa in una dimensione unica.
Lo sguardo accigliato del Bruto, la compostezza della Madonna del Tondo Pitti, l’intensità dei volti del Giorno, la Notte, il Crepuscolo e l’Aurora delle Tombe Medicee, ma anche i particolari dei corpi dei Prigioni, della Pietà di Palestrina e della Pietà Bandini.
Un racconto di luce che accarezza la superficie del marmo, che il fotografo realizza alla fine degli anni ’80 per il volume di “Michelangelo scultore” a cura di Eugenio Battisti edito da Guida Editori nel 1989. Le fotografie sono state esposte solo nel 1990 a Napoli, a Palazzo Serra di Cassano.