Topi che rivendicano i loro diritti, scimmie al governo, bambini che giocano con il giubbotto antiproiettile e bambine che abbracciano bombe e lasciano andare l’amore. È il mondo di Banksy protagonista della mostra“Banksy. Realismo Capitalista”che dal 18 marzo al 3 novembre raccoglie al Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena di Volterra oltre cento opere tra serigrafie, video, stampe e sculture, che raccontano l’arte dello street artist britannico noto per il suo stile sarcastico e beffardo.
La mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, prodotta da Opera Laboratori e curata da Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, è costituita da un percorso che attraversa opere, materiali e documenti di Banksy come esito di uno studio multidisciplinare sul lavoro dell’anonimo artista britannico, letto attraverso l’omonimo saggio del filosofo Mark Fisher.
“Le numerose opere, che arrivano dalle più importanti collezioni private, anche britanniche – sottolinea Roberto Pepi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra – rappresentano il valore aggiunto di una mostra su tale artista i cui messaggi risultano essere particolarmente affascinanti e coinvolgenti in quanto ne dimostrano la capacità di muoversi tra i temi della migrazione, dei diritti dei popoli, delle disuguaglianze sociali, della crisi climatica, tutti elementi presenti nella scena culturale mondiale”.
Le opere di Bansky esposte a Volterra
Protagoniste del progetto espositivo una selezione di trenta serigrafie originali, quelle che Banksy considera tracce fondamentali per diffondere i suoi messaggi etici. Sono queste le immagini che hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro secolo.
Tra queste Bomb Love del 2003, accolta dal pubblico con il nome di Bomb Hugger quando apparve nella zona est di Londra e poi a Brighton, ma anche Girl with Balloon, serigrafia su carta del 2004-05, forse l’immagine più popolare dell’artista che nel 2017 è stata votata in un sondaggio come l’opera più amata dai britannici. E ancora Love is in the Air, un lavoro su carta che riproduce su fondo rosso lo stencil apparso per la prima volta nel 2003 a Gerusalemme, raffigurante un giovane che lancia un mazzo di fiori.
A Volterra sarà possibile entrare nel mondo di Banksy non soltanto legato ai suoi lavori in strada ma anche alla produzione forse meno conosciuta, quella realizzata in studio. Senza dimenticare i video, ben 18 quelli visibili dal 1995 al 2009 che raccontano tra cortometraggi e documentari un Banksy quasi inedito dietro la macchina da presa. Ruolo che gli valse la nomination agli Oscar nel 2010 con Exit Through the Gift Shop.
Quello strutturato dai due curatori è un percorso multidisciplinare che attraverso due porte d’ingresso – rappresentate dalla cultura punk e dalla street art – cerca di sviscerare il fenomeno Banksy a 360 gradi senza dimenticare altri artisti che interagiscono con lui come Kaws, Blu, JR e Damien Hirst.
“Banksy – spiegano Antonelli e Marziani – appare come una rara forza interpretativa attiva, e non reattiva, ed è la sua incredibile capacità di imprimersi sul reale che ne fa un oggetto da studiare con sistematicità e rigore.”