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“Mondovisioni”, guerra e i diritti delle donne in Iran, nei film di “Internazionale”

Dal 12 marzo al 22 aprile, a La Compagnia di Firenze, una rassegna di tre film per andare ad indagare nelle aree più a rischio del pianeta. In programma anche “20 Days in Mariupol”, film vincitore del Premio Oscar 2024 nella sezione Miglior Documentario. L’iniziativa si tiene in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Toscana.

Mondovisioni

Il cinema documentario incontra i contenuti geopolitici della rivista “Internazionale”

Dopo l’anteprima a Ferrara e il tour nazionale, fa tappa al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50/r), la rassegna Mondovisioni. I documentari di Internazionale, proposta da quindici anni da CineAgenzia in collaborazione con il settimanale Internazionale, che presenta i più attuali documentari su emergenze sociali, diritti umani e informazione. La tappa fiorentina della rassegna si tiene con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana.

Mondovisioni racconta sul grande schermo, senza sconti o effetti speciali, la complessità del nostro tempo. Anche la selezione di quest’anno propone una rosa di film tra attualità e approfondimento, emozioni e introspezione, che offre allo spettatore uno sguardo sul mondo inedito, come solo il miglior cinema documentario sa fare.

La guerra e i diritti delle donne negati in Iran sono al centro di “Mondovisioni”

Nella rassegna non poteva mancare un film sulla guerra in Ucraina, raccontata in 20 Days in Mariupol, selezionato vincitore del Premio Oscar 2024 per il Miglior documentario, con le drammatiche immagini dalla città assediata, che sono valse al reporter ucraino Mstyslav Chernov, il premio Pulitzer 2023. Dall’Ucraina all’Iran: ad un anno dalle rivolte iraniane per l’assassinio di Mahsa Amini, il film Seven Winters in Tehran, di Steffi Niederzoll, ricostruisce la drammatica vicenda di un’altra giovane donna, quella di Reyhaneh Jabbari, diventata il simbolo della battaglia contro la società patriarcale nella quale vive. Infine, uno sguardo alla martoriata Siria: la ricerca di giustizia, in un altro scenario da anni al centro delle cronache, è il tema anche di The lost souls of Syria, di Garance Le Caisne e Stéphane Malterre. Il film è incentrato sul primo tentativo di processare i responsabili di violenze e torture perpetrate dal regime siriano sulla popolazione.

Il programma di “Mondovisioni” a Firenze

Il programma della rassegna Mondovisioni, propone, dal 12 al 19 marzo, Seven Winters in Tehran, di Steffi Niederzoll, sulla storia di Reyhaneh Jabbari, diciannovenne di Teheran, che uccide il suo violentatore. Nonostante le numerose prove di legittima difesa, Reyhaneh in tribunale viene accusata di omicidio:  il suo aggressore era un uomo potente che, anche da morto, viene protetto da una società patriarcale. Grazie a video registrati in segreto forniti dai familiari, alle loro testimonianze, e alle lettere scritte da Reyhaneh, il film ripercorre il processo, la detenzione e il destino di una donna diventata simbolo di resistenza per un intero Paese.  Dal 30 marzo al 5 aprile, è la volta del film 20 Days in Mariupol, di Mstyslav Chernov (La proiezione di sabato 30 marzo, alle 18.30, sarà in collaborazione con Associazione Ucraina – Italia “Lilea” APS). Siamo alla vigilia dell’invasione russa dell’Ucraina, una squadra di giornalisti entra nella città portuale di Mariupol che riesce a documentare il confilitto bellico. Mentre cadono le bombe, gli abitanti fuggono e l’accesso a elettricità, cibo e acqua è interrotto, i reporter, unici rimasti, lottano per raccontare le atrocità della guerra, finché circondati dai soldati russi si rifugiano in un ospedale, ormai chiusi in una trappola. Di fronte a tanto dolore il regista e giornalista ucraino Mstyslav Chernov si chiede se filmare ancora possa fare qualche differenza, ma sono gli stessi cittadini di Mariupol a implorarlo di continuare, perché il mondo sia testimone. L’ultimo film in programma, dal 18 al 22 aprile, è Lost souls of Syria, di Garance Le Caisne e Stéphane Malterre.  La storia ruota intorno a 27.000 foto di detenuti civili torturati a morte, trafugate dagli archivi segreti del regime siriano da un disertore militare con il nome in codice Caesar, e rese pubbliche nel 2014. Il regista Stéphane Malterre e la sua co-autrice e consulente storica, Garance Le Caisne, indaga nel film sulle profonde ingiustizie e violenze dello Stato siriano. Le famiglie delle vittime, insieme agli attivisti e allo stesso Caesar, cercano la verità e la giustizia, attraverso i tribunali di tutta Europa, anche grazie a ciò che attesta il documentario. Info: www.cinemalacompagnia.it

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