Nero Kane è un cantautore italiano psych dark folk dal percorso intimo, minimale e decadente. Le sue radici musicali si intrecciano con il desert rock americano, con un occhio aperto al blues e al songwriting classico. I testi spesso autobiografici parlano di morte, religione e amore.
Il suo LP di debutto “Love In A Dying World” è stato registrato e prodotto a Los Angeles da Joe Cardamone della Valley Recording Company che ha collaborato The Jesus and Mary Chain, The Cult, James Williamson dei The Stooges, Warren Ellis e Mark Lanegan.
L’album è stato lanciato con un film sperimentale girato in California dall‘artista visiva, performer e regista italiana Samantha Stella, che si è unita a Nero Kane nel live set alla voce e alle tastiere.
Il suo secondo album “Tales of Faith and Lunacy”, realizzato con la partecipazione di Samantha Stella e Nicola Manzan (Bologna Violenta), è stato registrato e prodotto vicino a Venezia in Italia da Matt Bordin di Outside Inside Studio è stato pubblicato il 30 ottobre 2020 tramite l’etichetta psych berlinese Nasoni Records e le etichette italiane BloodRock Records e Anacortes Records.
È un racconto visionario dal sapore cinematografico, un viaggio senza tempo concepito in una personale visione della fede tra spiritualità e passione.
Il terzo album di Nero Kane “Of Knowledge and Revelation”, è uscito il 30 settembre 2022 con l’etichetta sperimentale Subsound Records, prodotto sempre da Matt Bordin e con la voce/mellotron di Samantha Stella.
Ispirato principalmente a dipinti e scritti antichi per descrivere un pellegrinaggio nell’oscurità della vita, l’album è stato presentato in un ampio tour in Europa e Regno Unito.
Ecco la nostra intervista a Nero Kane e Samantha Stella
Come prima cosa vorrei chiedervi se vi ricordate la prima volta che vi siete conosciuti?
Nero Kane: Ce la ricordiamo assolutamente. Siamo una coppia anche nella vita di tutti i giorni. La prima volta che ci siamo incontrati è stato quando avevo contattato Samantha anni fa per girare il videoclip di un mio progetto. Ci siamo sentiti tramite Facebook e poi ci siamo visti per collaborare insieme. Abbiamo iniziato a lavorare a vari video e poi abbiamo iniziato a realizzare alcune performance insieme. Da questo primo incontro sono state poste le basi per quello che poi è diventato il progetto Nero Kane. Io e Samantha condividiamo un background di immagini ed emozioni molto simile. Tutto questo ha alimentato il nostro percorso in modo molto naturale.
Samantha Stella: All’inizio io sono stata coinvolta come artista visivo, che è il mio background principale. Poi per il primo album di Nero Kane siamo partiti per la California. Lui ha realizzato “Love in a Dying World” con il produttore Joe Cardamone, l’ultimo collaboratore di Mark Lanegan. In quell’occasione io non partecipai all’album, creai un film sperimentale nel deserto che poi è stato proiettato in vari musei anche all’Istituto italiano di cultura di Los Angeles. Successivamente Nero mi ha chiesto di accompagnarlo sul palco come sua spalla per il tour con voce e organo elettrico. Il secondo e terzo album li abbiamo registrati insieme.
Siete attualmente impegnati nel “Temples Tour” che è partito lo scorso luglio con un concerto unico in una cattedrale gotica vicino a Lipsia. Deve essere stata un’esperienza incredibile suonare in questo luogo così particolare
SS: È stata un’esperienza magnifica, il luogo è splendido, la cattedrale si chiama Kirchenruine Wachau ai margini di Lipsia ed è stata la prima edizione di un festival molto bello “Ancient Echoes” che ha visto la partecipazione di musicisti importanti. Noi eravamo gli unici artisti italiani anche perché il dark folk è un genere che non ha spesso festival dedicati, è uno stile associato a ciò che è più oscuro, a volte al metal o al songwriting.
NK: Il festival è stato un’esperienza molto bella perché il luogo era eccezionale, la cattedrale neogotica non aveva il tetto, potrebbe ricordare la nostra San Galgano. Questo concerto ci ha spinti a creare il Temples Tour, cioè un tour che potesse svolgersi in luoghi unici, per esempio lo scorso dicembre ci siamo esibiti in un altro festival in Spagna che si chiama “Setmana Santa” e anche lì abbiamo suonato in una cattedrale. Lo nostre sonorità si addicono particolarmente a questi luoghi.
Passando a parlare del nuovo disco “Of Knowledge and Revelation”, ho letto che è la conclusione di una trilogia che parte dalla terra. Questo è l’ultimo capitolo dedicato al divino
NK: Teoricamente sì, nel senso che nella mia visione delle cose il percorso è iniziato con “Love in A Dying Word”, è proseguito con “Tales of Faith and Lunacy” ed è giunto al suo terzo capitolo con “Of Knowledge and Revelation”. Il mio percorso di ricerca su queste sonorità e visioni, un mondo poetico e immaginifico che mi attrae e fa sempre parte di me. Andando avanti il discorso continua a svilupparsi.
Mi nutro quotidianamente di arte, amore e morte, caducità, oltretomba, inferno, purgatorio e paradiso sono tutte tematiche che mi affascinano e che alimentano la mia musica
Samantha da quello che mi dicevi prima mi sembra di capire che per il vostro tipo di musica ci siano più spazi all’estero. Però in realtà la musica dark è molto amata anche in Italia
SS: Devo fare un distinguo, in realtà noi siamo ibridi. Il dark folk in Italia viene assimilato alla scena gothic-dark ma non è propriamente quello. Nel gothic -dark confluisce molto post-punk, musica elettronica. Noi siamo più un ibrido col song writing. Per noi che non siamo musica da ballare, non ci sono molti spazi. La nostra è una musica cinematografica, è per questo che è difficile collocarla, sta bene in spazi più particolari. All’estero siamo stati a suonare in templi protestanti che sono apertissimi alla musica, adesso andremo in Inghilterra a suonare in altre chiese. Attenzione, sono chiese che funzionano, non sono chiese sconsacrate. La cosa bella è anche questa, in Italia noi suoniamo in chiese sconsacrate, in Inghilterra le chiese sono aperte alla musica di varia tipologia.
Nel vostro progetto è molto importante anche la parte visiva, i video che realizzate insieme
SS: Sì, noi siamo sempre i protagonisti di quelli che io chiamo film sperimentali, che accompagnano i vari singoli. Ma non li presentiamo durante i concerti, preferiamo che il pubblico si concentri sulla suggestione interiore che emerge dall’ascolto della musica. Non vogliamo distogliere il pubblico dalle canzoni. I video sono stati presentati in contesti artistici o durante reading sonori chiamati “Racconti di fede, follia e rivelazione”. Durante i live vogliamo un set molto pulito per lasciare che il pubblico si faccia trascinare dalla musica.
Mi sembra che i temi più importanti nell’ultimo disco siano sempre eros e tanatos cioè amore e morte che poi sono alla base di tutta la letteratura mondiale
NK: Io mi nutro quotidianamente di arte, quindi la poetica di amore e morte, caducità, oltretomba, inferno, purgatorio e paradiso sono tutte tematiche che mi affascinano e che alimentano la mia musica. Sono un songwriter classico, mi sento molto vicino ad artisti come Nick Cave e Johnny Cash, sonorità e a tematiche che spesso sono autobiografiche. La mia musica viene descritta anche come folk pastorale che si inserisce in un filone mistico. Amore e morte sono i concetti in cui mi muovo.