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Vino, Toscana regina del biologico: innovazione e sostenibilità per rinnovare il settore

PrimAnteprima apre la settimana dedicata alle nuove annate. I numeri del settore: produzione ed export in calo a causa dei cambiamenti climatici e dei gusti dei consumatori (soprattutto giovani). La strategia regionale si adegua e interviene su promozione e agricoltura di precisione

vino, vigne

Il vino in Toscana è sempre più biologico: è qui il 17% della superficie vitata coltivata bio in Italia. Su quasi 61mila ettari del vigneto toscano, 23 mila sono certificati bio, il 38% del totale regionale. Altro record è la produzione destinata alle dienominazioni Doc e Docg, il 95,7% del totale rispetto a una media nazionale che non supera il 65%. Sono alcuni dei numeri emersi nel corso di PrimAnteprima, l’evento – promosso da Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze e organizzati da PromoFirenze con Fondazione Sistema Toscana – che apre la Settimana delle Anteprime del vino toscano in cui si presentanole nuove annate.

Ecco gli appuntamenti curati dai Consorzi: Chianti Classico Collection (15 e 16 febbraio), Anteprima del Nobile di Montepulciano (17 febbraio), Chianti Lovers & Morellino (18 febbraio), L’Altra Toscana (19 febbraio).

I numeri del settore vitivicolo

I numeri del settore sono tutti su terreno negativo a causa della crisi internazionale e dei colpi assestati dai cambiamenti climatici sempre più veloci. Cala la produzione, in flessione del 26% nel 2023 rispetto alla campagna precedente, a causa principalmente delle fitopatie sofferte in vigna. Male anche l’export, segno che è necessario aprire a nuovi mercati.

A livello nazionale la Toscana è settima per vino prodotto e vanta, segnando un record, ben 58 indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 Dop (11 Docg e 41 Doc) e 6 Igt. Due le denominazioni che dominano per estensione: Chianti e Chianti Classico, rispettivamente il 41% e il 21% della superficie rivendicata. Una predominanza che si traduce nella netta prevalenza del Sangiovese (59%) tra i vitigni allevati sul territorio, seguito a distanza da Merlot (8%) e Cabernet Sauvignon (6%). Percentuali inferiori per i vitigni a bacca bianca: il Trebbiano toscano copre il 4% della superficie a vite e il Vermentino il 3%.

Perché la produzione è in calo

Diversi i fattori cha hanno contribuito alla riduzione della produzione regionale, dalle temperature troppo basse durante il germogliamento all’eccessiva pioggia primaverile che ha innescato malattie fungine, come la grave insorgenza della peronospora. Secondo le prime elaborazioni, ancora provvisorie, curate da Ismea per PrimAnteprima, nel 2023 sono stati imbottigliati 1,2 milioni di ettolitri di vino Dop toscano, in flessione del 7,6% rispetto all’anno precedente, mentre l’Igp con 690 mila ettolitri ha registrato una flessione del 6%.

La domanda interna di vini toscani Dop, limitatamente alla grande distribuzione, ha mostrato una riduzione in termini di volume del 5,8%. Sorprese arrivano dai nuovi consumatori: i giovani e le famiglie con figli piccoli segnano rispettivamente +3% e + 6% rispetto al 2022. I maggiori acquirenti, per il 68%, restano gli over 60 con reddito medio-alto, residenti nel Centro Nord.

In flessione anche le esportazioni. Facendo una proiezione fino a fine anno, tenendo conto dei dati Istat gennaio-ottobre, si stima una flessione delle esportazioni di Dop toscane del 13%, accompagnato da un -5% dei valori. A influire sul calo, la trasformazione nei consumi – soprattutto fra i giovani –  nel mercato degli Stati Uniti dove c’è una forte concentrazione dell’export: 31% del volume e 38% del valore. La perdita più consistente dei volumi esportati, infatti, è stata verso i Paesi Extra-Ue (-15%) a fronte del -7% maturato all’interno dei confini comunitari. Molto pesa la riduzione della domanda Usa:  -20% in volume e -3% in valore. Male anche Germania, Canada e Svizzera, mentre nel Regno Unito alla riduzione del 9% dei volumi si affianca una timida ripresa dei valori (+1%).

La strategia regionale mira a una promozione mirata verso nuovi mercati. A tal proposito, la Regione ha messo a punto un pacchetto di misure attraverso le risorse 2023-2027 del PSP Piano Strategico della PAC: 6 milioni di euro nel 2024 per la promozione nei paesi UE (Italia compresa) e circa 15 milioni tra 2023 e 2024 verso i paesi extra-UE.

Il cambiamento climatico, una vera sfida

Il cambiamento climatico impone un ripensamento delle coltivazioni e della gestione in vigna e in cantina. Secondo quanto riportato da Bernardo Gozzini, amministratore unico Consorzio LaMMA nel suo intervento a PrimAnteprima, l’agricoltura italiana sta già mostrando segnali di adattamento alle mutate condizioni: negli ultimi 5 anni le coltivazioni di frutti tropicali in Italia sono triplicate (banana, avocado, mango, a cui si aggiungono colture sperimentali di caffè). Cambia anche la geografia delle produzioni, ad esempio quella dipomodori cresce nel Nord (+27%) e scende nel Sud (-17%), i vigneti si arrampicano oltre i 1200 metri di altezza, mentre in Valtellina crescono oggi 10mila olivi.

Su questo fronte la Regione Toscana si sta spingendo per incentivare metodi innovativi di coltivazione e di gestione delle acque, impianti sperimentali e agricoltura di precisione. A fine dicembre 2023, infatti, è stato approvato il bando Pnrr dedicato all’ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione. Con una dotazione complessiva di 22 milioni e 350mila euro, il bando concede contributi in conto capitale alle imprese agro-meccaniche e alle micro, piccole e medie imprese agricole e le loro cooperative e associazioni, che intendono realizzare, nella propria azienda, progetti per l’ammodernamento del proprio parco macchine agricolo e investimenti in sistemi di agricoltura di precisione, per l’efficientamento della produzione agricola.

 

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