Ren Peiyuan è un artista cinese nato nel 1990, che vive e lavora a Prato.
Dopo aver frequentato il liceo artistico in Cina, nel 2011 si è trasferito in Toscana e si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2016. Ha poi frequentato il corso di incisione alla Fondazione il Bisonte.
Nel 2022 ha realizzato la sua prima mostra nello spazio Lanarchico di Prato dal titolo “Le mie lacrime”.
“Mi sono trasferito in Italia nel 2011. – ci ha raccontato Ren Peiyuan – Il tempo vola, ormai sono passati 13 anni. Ho vissuto in Italia per un terzo della mia vita. Ora l’Italia è la mia seconda patria. Quando avevo 20 anni ho fallito l’esame di ammissione per la Central Academy of Fine Arts a Pechino, la migliore accademia in Cina. La mia famiglia mi ha consigliato di andare in un’altra università a studiare design di giardinaggio che è una disciplina che permette di trovare lavoro molto facilmente, trovare un lavoro in campo artistico invece difficilissimo. Quindi abbiamo fatto una lunga battaglia e, per fortuna, alla fine ho vinto la mia “Waterloo”.
Tra l’altro non mi piace come viene insegnata l’arte in Cina. Quando ero al liceo artistico, sono stato educato all’arte occidentale, ad esempio abbiamo disegnato molte sculture antiche greche e romane per capire la struttura del corpo umano. Mi interessavano le storie della Bibbia, la Divina Commedia di Dante e la mitologia greca. Così, quando non ho superato gli esami, ho deciso subito di venire in Europa per studiare l’arte e atraverso Il Progetto Turandot (un accordo tra il Governo italiano e il Governo cinese che riguarda le arti, la musica e il design per gli studenti cinesi ) e così sono arrivato in Italia.”
Una delle tecniche che preferisci è quella dell’incisione, dove l’hai imparata?
Assolutamente amo “l’acquaforte” e “l’acquatinta”. Il fascino di queste due tecniche è che non è come nella pittura che puoi facilmente ottenere l’immagine desiderata o l’effetto ideale. Possiamo dire che l’esperienza di disegno è molto diretta, invece la tecnica dell’incisione è esattamente l’opposto, è indiretta.
Ad esempio, quando disegni una linea su carta, immediatamente ottieni o vedi quella linea, ma con l’incisione no, devi ottenere la linea desiderata attraverso la morsura, come Rembrandt, o incidi direttamente sulla lastra , come Dürer. Il disegno viene poi realizzato tramite la stampa, e alla fine si ottiene un’immagine speculare, questo insieme di processi è molto interessante.
La prima volta ho studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Seguivo il corso con la professoressa Hristova Evgenia. Mi ha insegnato l’acquaforte e mi ha portato in un altro mondo. Poi nel 2021 ho studiato presso la Fondazione il Bisonte, una scuola grafica internazionale molto nota in Italia. Lì ho imparato tante cose, e ho trascorso un periodo indimenticabile.
Come ti sei trovato da straniero in Italia?
Appena arrivato in Italia, mi sentivo molto bene. La prima città in cui ho vissuto è stata Siena, dove sono andato per imparare la lingua italiana. Sono stato completamente attratto dall’atmosfera medievale di Siena. È stata anche la prima volta che ho sentito un forte sentimento religioso. Prima leggevo solo alcune storie della Bibbia nei libri, ma dopo arrivato in Italia, mi sembrava di entrare realmente nelle storie.
l’arte per me è come bere acqua quando ho sete e mangiare quando ho fame. Senza arte, il mio spirito e la mia anima morirebbero
C’è anche un lato che non mi piace, essere straniero in Italia porta con sé molti problemi. Devo sempre rinnovare diversi documenti, prendere appuntamenti in continuazione, queste cose mi danno gran fastidio per il mio lavoro e la mia vita quotidiana. Ad esempio, ogni anno devo rinnovare il mio permesso di soggiorno, questo è un dolore lungo e senza fine. Una volta sono stato in fila fuori della questura alle cinque e mezza in una fredda mattina invernale solo per consegnare i miei documenti. Ho dovuto aspettare 3 o 4 ore prima di arrivare allo sportello. Tutte le persone in fila soffrivano il freddo, non c’erano bagni, né sedie, l’impiegato è stato scortese, senza rispetto, è una cosa che ci priva della dignità. Certo, queste esperienze mi hanno fatto sentire la vera vita, gli artisti hanno bisogno di sofferenza.
Come hai iniziato a fare arte e che cos’è per te l’arte?
Fin da quando ero piccolo ho amato disegnare. Spesso quando vedo qualcosa, mi ricordo subito la sua forma, poi la disegno. Quando ero alla scuole medie mia madre mi mandò a frequentare un corso professionale di disegno. Inizialmente il mio sogno era diventare uno scienziato. Ma la mia maestra di disegno ha scoperto il mio talento e ha convinto la mia famiglia a mandarmi a liceo artistico. Piano piano l’arte è diventata per me un modo per esprimere le emozioni. Oggi l’arte per me è come bere acqua quando ho sete e mangiare quando ho fame. Senza arte, il mio spirito e la mia anima morirebbero. Non voglio ripetere la vita dei miei genitori e l’arte mi ha aperto diverse possibilità. Quello che voglio esprimere al mondo attraverso l’arte è l’amore l’amore per la vita, l’amore per l’umanità, l’amore per il mondo.
Nella tua ultima mostra a Prato “Le mie lacrime” affrontavi il tema del rapporto tra l’essere umano e il dolore, a cosa stai lavorando adesso?
Sto lavorando a una serie di progetti sui migranti. In realtà, è una continuazione della mia ultima mostra. Alcuni dei miei dipinti erano solo un inizio e voglio svilupparli in diverse serie, tutti esplorano sulle sofferenze umane. Sto dipingendo, ad esempio, i rifugiati in mare e riflettendo sulla guerra, sui campi di concentramento che rappresentano la disperazione in spazi chiusi e stretti. In futuro il mio lavoro potrebbe rivolgersi a un’espressione astratta della sofferenza e dolore spirituale. Nel tempo libero insegno italiano per guadagnare qualche soldo per vivere. Gli artisti devono sempre pensare a come trovare un soluzione per vivere.
È un grande onore per me avere l’opportunità di condividere la vita e le esperienze di un artista cinese in Italia. Naturalmente la mia identità di straniero non può essere cambiata. Tuttavia, spero di vedere le cose da una prospettiva più ampia, cioè come essere umano
Cosa ti piace di Prato e della Toscana? Quali sono le differenze più grandi tra la Cina e l’Italia?
Mi piace Prato perché i prezzi e gli affitti sono economici ed è più facile trovare un lavoro per continuare la mia carriera artistica. Tutta la Toscana è molto bella, ci sono molte colline e montagne e il mare è vicino. È proprio come la mia città in Cina. Il clima in Toscana è molto mite. I piatti tipici sono molto vicini ai sapori della mia patria.
È molto difficile parlare delle differenze tra la Cina e l’Italia. Perché siamo molto diversi, diverse etnie, diversi sistemi politici, diverse condizioni geografiche. Inoltre anche all’interno della Cina, ci sono molte differenze tra il sud e il nord est e ovest. Quindi, confrontare le differenze tra la Cina e l’Italia è quasi impossibile. Penso che sia più importante discutere le somiglianze tra la Cina e l’Italia che sono entrambe civiltà agricole. Ecco perché amiamo tutti e due la pace e non amiamo la guerra. La cosa più importante è che tutti noi diamo grande importanza alla famiglia.
È un grande onore per me avere l’opportunità di condividere la vita e le esperienze di un artista cinese in Italia. Naturalmente la mia identità di straniero non può essere cambiata. Tuttavia, spero di vedere le cose da una prospettiva più ampia, cioè come essere umano. Spero di riuscire ad analizzare tutti i problemi che stiamo affrontando oggi riguardo alle diverse religioni, alle diverse etnie, ai diversi Paesi, e di risolverli da un punto di vista umano. Grazie per l’intervista. Mi dà l’opportunità di esprimere il mio punto di vista e pensiero. Inoltre, permette ai lettori di capire la mia arte. Spero che le mie risposte, come un sasso lanciato in un lago, creino una piccola increspatura.
Per informazioni:
https://www.facebook.com/peiyuan.ren