Sono ore drammatiche per il cinema italiano, nelle quali si registra la morte, avvenuta da poche ore, di una delle sue più importanti interpreti: Sandra Milo. Nata a Tunisi, nel 1933, Sandra Milo ha sempre dichiarato di avere la Toscana nel cuore, avendo trascorso nella regione tutta la sua infanzia, tra Vicopisano e Viareggio, mentre la famiglia materna era originaria di Monsummano Terme.
Bellissima e vitale, si sposa appena quindicenne con il marchese Cesare Rodighiero, dal quale avrà un bambino che però morirà dopo pochi giorni, così come pochissimi giorni durerà il loro matrimonio, che sarà annullato. Negli anni successivi, nella sua vita sentimentale saranno presenti il produttore Ergas, con il quale avrà la figlia Deborah, attualmente giornalista televisiva, e poi Ottavio De Lollis, dalla cui unione nasceranno i figli Ciro e Azzurra.
Il cinema italiano deve molto a Sandra Milo, alla sua figura di interprete apparentemente docile e ingenua, in realtà con un carattere determinato, profondamente intelligente e generosa verso il pubblico. Il suo debutto è nel 1953 con il film di Giorgio Bianchi, Lo scocciatore (Via Padova, 46) accanto a Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Giulietta Masina, Lamberto Maggiorani e Virna Lisi (film per molti anni andato perduto e di recente recuperato). Ma non è questo il film che la sua notorietà. A dare importanza e rilevanza a Sandra Milo sarà Antonio Pietrangeli il “regista che amava le donne” – come è stato definito – con il quale reciterà da protagonista ne Lo Scapolo, Adua e le compagne, Fantasmi a Roma, La visita. Dopo i primi successi, in particolare la sua parte ne Il Generale della Rovere, di Roberto Rossellini, film pluripremiato, le viene affidato il ruolo da protagonista, dallo stesso regista, in Vanina Vanini, che si rivelerà purtroppo essere un flop. La carriera di Sandra Milo riparte grazie al grande Federico Fellini, con il quale avrà una liason sentimentale di ben diciassette anni.
“Sandrocchia”, nomignolo affettivo che proprio Fellini aveva dato alla Milo, reciterà con Fellini in 8 1/2, film con il quale vince il suo primo Nastro d’Argento come attrice non protagonista e in Giulietta degli spiriti, che le vale il suo secondo Nastro d’Argento. Sandra Milo si dedicherà inoltre ad una carriera internazionale recitando, tra gli altri, con Claude Sautet e Claude Autan-Lara e, in seguito, alla conduzione televisiva.
Dopo una pausa dovuta alla scelta di dedicarsi alla famiglia, nel 1983 torna sul grande schermo con il film di Renzo Arbore FF.SS. – Cioè che mi hai portato a fare sopra a Posillipo ne non mi vuoi più bene?, anno che segna il suo rientro nello showbiz e la partecipazione a nuovi importanti film e collaborazioni, tra cui quelle con Pupi Avati, Gabriele Muccino e Sergio Castellitto. Nel 2021 l’Accademia del Cinema Italiano le conferisce il David di Donatello alla Carriera. Sandra Milo ha avuto una carriera lunghissima, lo scorso anno ha presto parte al film del regista fiorentino Alessandro Sarti, Che bella storia la vita, presentato nella sede della Regione Toscana, alla presenza del presidente Eugenio Giani e, proprio in questi giorni, sul canale tv La 8, sta andando in onda il format Quelle brave ragazze, che la vede protagonista insieme a Mara Maionchi e Marisa Lurito, nel quale, ancora una volta, trasmette simpatia, ironia, generosità e talento: proprio le caratteristiche che l’hanno fatta amare dal grande pubblico.