Un giorno di novembre del 2022, in provincia di Cuneo, nel pieno delle lavorazioni per l’undicesimo disco dei Marlene Kuntz (Karma Clima), Cristiano Godano e Asso Stefana scoprono di avere in comune una passione bruciante per Neil Young.
I due hanno l’idea di fare un piccolo concertino per le persone del luogo che ospitava la residenza per le lavorazioni del disco stesso, e quel concertino, riuscitissimo, fa capire ai due che si potrebbe organizzarne uno più strutturato da portare in giro per l’Italia.
Nasce così “Journey Through The Past” il concerto che farà tappa al Teatro Garibaldi Milleventi di Prato giovedì 1° febbraio.
Un gioiellino di raffinata intimità, per una sorprendente connessione col mondo del creatore di canzoni immortali come Heart of gold, My my hey hey, Harvest moon, Old man, Comes a time, On the beach, Cowgirl in the sand e tante altre.
Non un tributo ovviamente, ma un atto d’amore all’insegna del feeling, della dedizione all’ottima musica, del reciproco scambio di emozioni da offrire al pubblico.
Ecco la nostra intervista a Cristiano Godano
Ciao Cristiano, la musica è un’arte che ha il potere di aggregare infatti anche te e Asso Stefana avete dato vita a questo progetto su Neil Young perché entrambi avete una grande passione per questo immenso musicista americano, raccontaci come lo avete scoperto
Abbiamo avuto occasione di lavorare insieme alla realizzazione del nostro ultimo disco Karma Clima (era nel team produttivo, insieme a Taketo Gohara e Nic Fornabaio) e una sera di relax post-sessioni il discorso è caduto sui nostri amori in musica. Neil Young è sbucato subito fuori, e da lì abbiamo capito quanto l’amore per lui fosse straordinario per entrambi. Non ci è voluto molto per arrivare a immaginare di mettere insieme uno spettacolo in cui divertirci a suonare alcuni fra i suoi pezzi più celebri. Personalmente la mia scoperta di Neil Young avviene intorno ai miei 14 anni: amore al primo ascolto. Da lì non l’ho mai mollato.
Quello che ho sempre ammirato di più in Neil Young è la capacità di non essere mai sceso a compromessi, nella sua vita e nella sua carriera come musicista ha sempre fatto esattamente quello che voleva, come e quando voleva. Quanto è difficile oggi per un musicista inserito nella macchina del mercato discografico avere questa libertà?
Paradossalmente per un musicista, diciamo, idealista, potrebbe forse essere più semplice di un tempo, perché al giorno d’oggi si deve dare per scontato che tutto quello che si fa non è remunerato a prescindere (le piattaforme sono poco più che un ladrocinio sistematizzato): a quel punto tanto vale, forse, rinunciare all’idea di guadagnare dalla propria musica (a meno di non puntare a fare almeno un centinaio di milioni di streaming) e fare il cazzo che ti pare. Ma è ovviamente una dimensione eroica, e per le nuove generazioni (coloro che un pubblico devono ancora farselo) può durare fino a che la vita con le sue bollette e i figli a carico e tutto il resto non incalza chiedendo la sua parte.
Qual è il messaggio più importante che può lasciare Neil Young alle nuove generazioni di musicisti e di ascoltatori?
Quello che è emerso nella tua domanda precedente: fare sempre quello che vuoi fare, subordinando il volere e le aspettative del tuo pubblico a tale priorità (che non vuol dire snobbarlo, ma semplicemente non dargli modo di prevalere e indirizzare le proprie scelte artistiche. I Marlene sono sempre stati così, per inciso)
C’è una canzone di Neil Young a cui sei particolarmente legato e perché?
Sono tantissime. Dovendone indicare una, a fatica dico Old Man da Harvest: semplicemente il pezzo che più mi esaltava quando ero giovane.
L’ultimo disco dei Marlene Kuntz del 2022 “Karma Clima” affrontava il tema del cambiamento climatico, siete già al lavoro su qualcosa di nuovo?
Non ancora, ma siamo tranquilli, perché abbiamo riscoperto e rivalutato alcuni provini che facemmo 5 anni fa: c’era roba fighissima, e partiremo da lì per tornare alla creatività.