Le stazioni sono un luogo di partenze e arrivi, di abbracci e di saluti. Spazi amati dai viaggiatori o tollerati dai pendolari in attesa del treno (probabilmente in ritardo). Treni e ferrovie racchiudono storie, memorie, emozioni e sono la passione di moltissime persone. Tra queste c’è Andrea De Santis, storico archivista di origini calabresi che ora vive a Firenze e che ha trasformato la sua passione per i treni e le ferrovie in un progetto su Instagram dove, attraverso brevi video, racconta la storia, l’architettura, i servizi e dà i voti alle stazioni ferroviarie. Le categorie su cui si articolano i voti sono infatti quattro: location, architettura, servizi e collegamenti che, una volta sommati, compongono il voto finale per la stazione.
Andrea come nasce l’idea per questa rubrica social dedicata alle stazioni dei treni?
“Parto da una premessa, essendo calabrese sono nato e cresciuto senza alcun tipo di treno. Quando a 19 anni mi sono trasferito in Toscana sono rimasto folgorato. Da lì la mia passione per i treni e le ferrovie è cresciuta. Ho addirittura scritto la mia tesi di laurea sulle Ferrovie Calabro Lucane. La scorsa estate, parlando con i miei amici, ho confessato che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa sui social che unisse la mia passione per le escursioni e i treni. Così è nata la rubrica “prossima fermata” dove faccio una recensione della stazione come Alessandro Borghese fa con i ristoranti”.
Come scegli le stazioni da recensire?
“Ho iniziato con Castiglioncello, però non mi ha convinto l’effetto grafico e il risultato. Così ho messo in pausa il progetto per un po’, ho fatto qualche miglioramento tecnologico e sono ripartito a novembre scorso dalle stazioni che quotidianamente frequento di più, quindi le stazioni di Firenze”.
Guardando i voti, come sono andate?
“Fra tutte le stazioni che sono nuove si salvano solo Campo di Marte e Santa Maria Novella. Rifredi si salvicchia, ma in rapporto al numero di passeggeri al giorno che ha è assurdo che non abbia nemmeno una sala d’attesa. E poi ci sono certe stazioni che sono proprio da mani nei capelli come Statuto che è completamente abbandonata al suo destino. Come detto, mi piacciono i treni e spesso andavo proprio a Statuto a fare trainspotting, qualche volta però me ne sono dovuto andare perché non mi sentivo sicuro. Piano piano il progetto è partito da Firenze e ora sta crescendo, le recensioni sono aumentate. Oltre Firenze c’è Montecatini, Sesto Fiorentino ma anche Reggio Calabria”.
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Il pubblico di Instagram cosa ne pensa?
“I video stanno andando bene, però a me non interessa neanche tanto il risultato finale, mi piace proprio andare a vedere le stazioni e che servizi offrono. Ultimamente proprio i passeggeri delle ferrovie sono un po’ abbandonati al loro destino con stazioni chiuse o senza ascensori per l’accessibilità dei binari, le biglietterie aperte si contano sulle punte delle dita e le sale d’attesa ormai non esistono più. Molti nei commenti sotto ai reel su Instagram mi chiedono di fare la recensione della stazione che utilizzano o hanno vicino”.
Come ti organizzi per produrre i contenuti?
“Sono partito dalle stazioni che frequento, poi ovviamente nel fine settimana organizzo qualche gita fuori porta con la mia ragazza e con l’occasione faccio il video della stazione”.
Questa passione come si coniuga con la tua professione di storico archivista?
“Nelle recensioni mi piace premiare le stazioni che hanno, ad esempio, pannelli storici come a Santa Maria Novella dove c’è un pannello che racconta la costruzione della stazione negli anni ’30, anche a Bolzano c’è una cosa simile e a Montecatini Terme”.
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Ma quindi cos’è per te una stazione ferroviaria?
“La definizione di stazione come non luogo proprio non la sopporto, per me le stazioni sono luoghi per antonomasia dove le persone si incontrano, si ritrovano, dove le persone si salutano e creano dei ricordi. Ho ricordi in una stazione per averci dormito la notte dopo aver perso il treno, o perché ci sono andato dopo un concerto ma anche perché l’ho vissuta insieme ad una persona. Questo è il mio modo di vivere le stazioni, anche quelle più anonime, come luoghi di ricordi.
Io credo che ognuno di noi ha le sue passioni e deve essere libero di godersele. A me, come a tanti altre, piacciono i treni e le ferrovie. Quando ho iniziato ad andare nelle stazioni per fare i video mi sentivo addosso gli sguardi della gente, facevo un po’ fatica e ci mettevo anche quaranta minuti. Ora sono rodato, vado, faccio il video ma non solo, mi siedo in sala d’attesa, vado in bagno, prendo il caffè, valuto i comfort mentre aspetto il treno, insomma mi diverto”.
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