Un tesoro di soldi e lingotti d’oro, pari a 36 miliardi di euro: utilizzando il 20% dei beni ‘liquidi’ confiscati alla mafia si potrebbe creare un fondo da mettere a disposizione dei Comuni per ristrutturare gli immobili confiscati, così da utilizzarli e renderli a disposizione della collettività.
E’ l’obiettivo di una proposta di legge presentata a Firenze dalla Fondazione Caponnetto, che nei prossimi mesi sarà presentata in Parlamento in maniera bipartisan grazie al sostegno di parlamentari dei vari schieramenti.
“In Italia si contano 26mila beni confiscati alle mafie, di cui oltre il 60% non funziona e non sono utilizzati – ha spiegato Domenico Bilotta, responsabile nazionale scuola della fondazione Caponnetto -. Pio La Torre disse di andare a prendere i soldi direttamente nelle tasche dei mafiosi. Questa proposta vuol fare proprio questo”.
“I beni confiscati devono essere abbinati ai beni liquidi confiscati – ha aggiunto -. In questi anni sono stati confiscati ai mafiosi 36 miliardi in soldi e lingotti. Se il 20% di questi soldi ritornasse a un fondo che i Comuni potessero utilizzare per ristrutturare i beni confiscati daremmo un segnale forte per poter utilizzare questi beni. Stiamo lavorando a una proposta che lanciamo oggi e con il sostegno di alcuni parlamentari sarà presentata a marzo”.
Per Maurizio Pascucci, coordinatore nazionale per i beni confiscati della Fondazione Caponnetto, “nei mesi scorsi abbiamo svolto un tour con un gruppo di studenti in 50 beni confiscati alla mafia in Toscana. La Regione mette a disposizione oltre 2,3 milioni l’anno ma non è giusto perché dobbiamo prendere i soldi dei mafiosi per ristrutturare questi beni”.