Un “urlo di Much” nei confronti di una società contemporanea in cui ancora è presente una dedicata cultura patriarcale, è questo il messaggio della giovane regista e drammaturga Caterina Filograno nel suo nuovo lavoro teatrale “L’ultimo animale”.
Lo spettacolo sarà in scena in prima toscana venerdì 12 e sabato 13 gennaio al Teatro Cantiere Florida di Firenze con un cast di astri nascenti tutto al femminile.
Si tratta di: Francesca Porrini, già sui palcoscenici dello Stabile di Torino, del Piccolo di Milano e del Teatro Due di Parma; Carlotta Viscovo, diretta da Luca Ronconi e Emma Dante; Anahì Traversi, allieva tra gli altri di Peter Stein, Sandro Lombardi, Danio Manfredini; Alessia Spinelli, con in curriculum lavori con Claudio Morganti, Gabriele Lavia, Ugo Chiti; Emilia Tiburzi, debuttata nel 2021 direttamente sul palco del Piccolo, diretta da Carmelo Rifici.
“L’ultimo Animale” trascina il pubblico in una fiaba allucinata e nerissima, in aperto contrasto con costumi e scenografie dai colori esplosivi, un travestimento ironico, giocoso e surreale che rende ancora più spietata l’allegoria di una società che preferisce nascondersi dietro alle apparenze piuttosto che mostrare le proprie fragilità, tratteggiando con penna sfrontata una storia brutale, in cui ogni relazione collassa perché non può più esistere lieto fine.
La storia è quella di Cristi, che vive in affitto a casa di Giudi, la sua migliore amica. La prima passa le giornate allenandosi, la seconda sperimentando nuove ricette. C’è un buco su una parete della camera di Cristi, e Giudi non ha mai tempo di farlo riparare.
A insaputa di Giudi però, nel buco abitano due procioni – Proc e Chino – ed un bruco di nome Bruka. Gli animali vengono nutriti ed accuditi da Cristi, unico tramite con l’esterno, che promette continuamente loro un futuro migliore. Ma alle parole non seguono mai i fatti. Ed è proprio quel bosco, promessa non mantenuta, a fungere da motore della storia.
La natura delle relazioni tra gli abitanti di questa casa viene fuori nel rapporto con il cibo. Cristi spesso lo nega agli animali, per disattenzione più che per volontà, privandosene lei stessa nel corso delle giornate per seguire una dieta ossessiva. Il cibo però, sotto forma di creazioni culinarie di stampo americano, le viene incessantemente offerto da Giudi, che vive un bisogno costante di provare nuovi piatti.
È attraverso il cibo che tutti si definiscono. Il cibo è ciò che dà e toglie potere all’interno del testo: chi ce l’ha non ne ha bisogno, chi non lo ha lo desidera. È la merce di valore all’interno dell’ecosistema ed è ciò che muove all’azione.