Sabato 2 dicembre arriva in concerto a Firenze una “leggenda” del folk metal italiano: stiamo parlando dei Folkstone band del nord Italia che dopo una lunga pausa hanno inaugurato il tour della reunion con un concerto epico lo scorso 7 settembre 2023 al Live Club di Trezzo sull’Adda come Headliner del Metal Italia Festival.
I Folkstone si formano agli inizi del 2004, pubblicando la prima demo Briganti di Montagna nel 2007. A seguito di alcune date in Italia, iniziano la stesura del primo CD: Folkstone, accompagnato da un tour che li porterà anche all’estero.
Il 2008 e il 2009 sono anni intensi per i loro tour in Italia e all’estero; e dopo diversi cambi di formazione, i Folkstone pubblicano il nuovo album Damnati ad Metalla nel 2010.
Nel 2012 i Folkstone si avventurano in Svezia per l’incisione del nuovo album, Il confine, che viene pubblicato il 16 marzo 2012. Nel 2014 è uscito Oltre… l’abisso, il quinto album in studio della band a cui seguono Ossidiana nel 2017 e Diario di un ultimo nel 2019.
Il 10 settembre 2019 rilasciano sulla loro pagina ufficiale e sui loro profili social una dichiarazione riguardante un ultimo tour e il successivo scioglimento della band, previsto per la fine del 2019.
Nel 2023 arriva l’attesa Reunion, data l’incredibile e calorosa risposta dei fan, la band ha pubblicato il nuovo singolo “Macerie” e ha annunciato quattro nuovi concerti a Roma, Firenze, Padova e Asti.
Ecco la nostra intervista a Lorenzo Marchesi
Ciao Lorenzo! Il prossimo anno saranno 20 anni che suonate insieme, raccontaci come sono nati i Folkstone…
Devo tornare indietro tanto con la memoria. Agli albori siamo nati come anscono tutte le rock band, eravamo un compagnia di scappati di casa, ci piaceva il rock. Ci siamo accostati alle cornamuse, abbiamo visto che unendo questo strumento alla chitarra elettrica veniva fuori una figata e così abbiamo iniziato a mettere insieme le cose. All’inizio era tutto molto “goliardico” poi abbiamo inziato a scrivere i nostri pezzi e da cosa nasce cosa, siamo andati avanti.
Abbiamo scritto “Macerie” più di un anno fa quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Da allora le cose non si sono risolte, anzi sono peggiorate. Questa canzone è un grido di disperazione
Da poco è uscito il videoclip di “Macerie” la canzone che dà il titolo anche al vostro nuovo disco, un pezzo molto forte
Questo pezzo è figlio di quello che stiamo vivendo. In realtà è stato scritto più di un anno fa quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Ci arrivavano immagini forti da un luogo vicino a noi, la guerra alle porte di casa. Abbiamo scritto scritto di botto questo testo che purtroppo è ancora attualmente tragico. Da quel momento le cose non si sono risolte, anzi sono peggiorate. Questa canzone è un grido di disperazione. Ci siamo messi nei panni di chi sfortunatamente si trova in mezzo a questi avvenimenti, schiacciato da ingranaggi che sono più grandi di loro, di chi vive una vita normale.
Per chi cantate le vostre canzoni, a chi vi rivolgete?
Devo rispondertti che non lo so, noi scriviamo musica per trasmettere emozioni, le emozioni che viviamo le mettiamo nelle nostre cazoni. Scriviamo in modo onesto e la gente ci ha sempre apprezzato per questo.
Cosa vedremo sul palco di Firenze?
Ripercorreremo tutta la nostra storia, tra l’altro a Firenze abbiamo sempre trovato un bellissimo pubbblico e siamo molto contenti di ritornarci. Di sicuro dopo uno stop di tanti anni sarà un bel live energico come sappiamo fare. Abbiamo smesso di suonare nel 2019 dopo 15 anni, eravamo stanchi e un po’ svuotati. L’urgenza di scrivere pezzi e raccontare quello che stavamo vivendo era svanita. Poi è arrivato il Covid e per qualche anno ci siamo persi di vista, una separazione forzata. Poi abbiamo iniziato a rivederci e da cosa nasce cosa, come diciamo noi “da un calice poi finisci la bottiglia”. La prima data a Trezzo sull’Adda è andata sold out in pochissimo tempo così abbiamo deciso di tornare in tour, ci siamo detti: c’è da fare! Stiamo ripartendo ma come al solito senza nessuna pianificazione (ride).