Lunedì 20 novembre arriva in concerto al Teatro Puccini di Firenze la leggendaria Fatoumata Diawara una delle più vitali rappresentanti della musica contemporanea africana.
Cantante, autrice, chitarrista e attrice, la sua carriera è ricca di collaborazioni con i grandi nomi della musica internazionale come Herbie Hancock, Bobby Womack e Damon Albarn con cui collabora stabilmente nel progetto Gorillaz.
Nata in Costa d’Avorio da genitori maliani, negli anni ‘90 ha vissuto nella capitale del Mali, Bamako. Inizia a recitare da bambina e tra le sue prime esperienze cinematografiche prende parte nel 2001 al film Sia, The Dream of the Python di Dani Kouyaté, acclamato dalla critica.
All’età di diciannove anni si è unita alla compagnia francese di teatro di strada Royale de Luxe, con la quale ha girato il mondo e ha iniziato a cantare nei club e nei caffè di Parigi.
Ha debuttato nel 2011 con il suo album d’esordio, Fatou, che ha visto la partecipazione di musicisti leggendari come John Paul Jones, Tony Allen e Toumani Diabaté.
Ha ricevuto due nomination ai 61° Annual Grammy Awards per le categorie Best World Music Album con Fenfo (2018) e Best Dance Recording per il singolo Ultimatum al fianco del duo elettronico inglese Disclosure.
La sua musica è un afropop con geniali contaminazioni funky, leggerezze tropicali e un perfetto equilibrio tra modernità e sonorità antiche, la sua è una musica che ha molto da raccontare.
Reinventa con la sua chitarra i ritmi veloci e le melodie blues del Wassoulou, collocando questo patrimonio in una nuova era e affermando una prospettiva decisamente africana al concetto di cantautrice.
Ha cantato come corista per Dee Dee Bridgewater e per la superstar maliana Oumou Sangaré, prima di firmare con l’influente etichetta World Circuit Records per il suo album di debutto.
Oltre a Sia, The Dream of the Python, ha partecipato a film come Timbuktu, Morbayassa e Clouds of Conakry, nominati agli Oscar, e ai documentari The Africa Express e Mali Blues.
È uscito a maggio l’attesissimo London Ko, il nuovo disco con il quale Fatoumata Diawara continua a reinventare la musica africana tradizionale, unendo le sue radici mandinka con influenze afrobeat, jazz, pop, elettroniche e hip hop. Una sintesi che si riflette anche nel titolo dell’album, che combina i nomi di una metropoli occidentale come Londra con quello della capitale maliana Bamako.
Spiega Fatoumata Diawara: “Per me, London Ko significa aprire la mente. Rappresenta anche il legame di Damon Albarn con la musica maliana”.
Il titolo, un neologismo coniato dalla stessa cantante, si riferisce a un continente immaginario che unisce l’Africa e l’Europa. Pur mantenendo le tradizioni, la sua musica offre una visione profetica di ciò che l’Africa può fare.
L’artista inventa uno spazio e un tempo alternativi in cui è possibile diventare padroni del proprio destino. Posizionando sé stessa come protagonista di un mondo futuro, con questo album Fatoumata Diawara entra di diritto nel novero delle grandi voci dell’afrofuturismo.