È il 14 settembre del 1991 quando un fatto di cronaca fa il giro del mondo: un uomo, Piero Cannata, dà una martellata al piede sinistro del David di Michelangelo conservato alla Galleria dell’Accademia di Firenze, danneggiando il secondo dito del piede sinistro.
Oltre 30 anni dopo, martedì 14 novembre alla fototeca del Kunsthistorisches Institut di Firenze, due artisti rievocheranno con le loro performance quel gesto e si interrogheranno sul significato di quell’azione tra iconoclastia e indagine, memoria e ascolto.
“Fragile ed effimera. La pietra come archivio e medium” è il titolo dell’iniziativa curata da Radio Papesse che proporrà il lavoro di due artisti, la catalana Mireia c. Saladrigues e Stefano De Ponti.
“Quando abbiamo iniziato a lavorare con Mireia c. Saladrigues e con Stefano De Ponti, sapevamo che prima o poi avremmo voluto portarli insieme, farli collaborare. Le loro pratiche sono frutto di un lavoro di scavo e sedimentazione, di ricerche, sondaggi e accumuli di materia e materiali, di derive poetiche e di un interesse quasi ossessivo per la pietra: il marmo nel caso di Saladrigues, la pietra serena per Stefano De Ponti. Il loro lavoro ne smentisce le più classiche attribuzioni: muto come un sasso, solido come il marmo si dice e invece, nel loro lavoro, si scopre quanto fragile sa essere il marmo, quanto possa risuonare la pietra, quanto possano dire e custodire, come archivi di informazioni sedimentate.. e poca importa quale sia l’ordine di grandezza, macigno o polvere” dichiarano Carola Haupt e Ilaria Gadenz di Radio Papesse.
Interessata all’iconoclastia come una delle molte forme di ricezione dell’arte, nel 2017 Mireia c. Saladrigues ha iniziato un lavoro di scavo archivistico per ricomporre la storia del caso Cannata, approfondendo sui restauri che lo seguirono e sulla natura e la fisica del marmo, inteso esso stesso come archivio e testimonianza.
La sua ricerca si è condensata in una conferenza performativa dal titolo Into Sugar We Could Have Turned che l’artista presenterà al pubblico il 14 novembre (alle ore 11.00 e alle ore 18.00, con ingresso gratuito con prenotazione a info@khi.fi.it) attivando documenti, memorie e altri materiali, navigando tra storia, archivi di istituzioni locali, narrazioni e geologia.
A dicembre, inoltre Radio Papesse – con la collaborazione di Mireia c. Saladrigues – presenterà La Martellata, una serie radiofonica per Tre soldi di RADIO 3 RAI.
“Cosa ci dice una martellata al piede del David sul nostro rapporto con l’arte? – si è chiesta l’artista – Quali fonti d’informazione mobilita un atto d’iconoclastia, oltre gli archivi e le singole memorie personali? Come hanno fatto i restauratori a estrarre dati dai frammenti di marmo escoriati del piede colpito? E la polvere (di marmo), diventa una testimonianza dell’attacco?”.
Sempre il 14 novembre, dalle 17.00 alle 21.30, la serata prosegue all’Officina del Marmo di Via dei Serragli con un’installazione sonora di Stefano De Ponti, dal titolo Transient Mobiles.
In un presente caratterizzato da un accumulo seriale di contenuti e dinamiche di consumo frenetiche, parziali e distratte, quali modalità di fruizione potrebbero incoraggiare un coinvolgimento attento, intenzionale e profondo?
I Transient Mobiles sono dispositivi portatili di ascolto monofonico per composizioni effimere. Basta una semplice pressione per attivare un flusso sonoro che, attraverso un diffusore osseo, si propaga nel corpo dell’utente, sfruttando le proprietà di conduzione e risonanza del sistema scheletrico.
Il dispositivo si presta a essere scoperto e utilizzato in modo personale e in questo modo l’ascolto diventa esclusivo e qualitativamente diverso per ciascuno, modificato dalle peculiarità fisiche individuali. In questo senso potremmo considerare il Transient Mobile un’opera testimoniale, non verificabile, condivisibile sotto forma di racconto da parte di chi lo ha utilizzato, al quale dobbiamo accordare la nostra fiducia.
Il 14 novembre, Stefano De Ponti disseminerà i suoi transient mobiles nei laboratori dell’Officina del Marmo (Via dei Serragli 104, a ingresso libero), opificio e bottega artigianale che si occupa di mosaici e scagliola, di marmo e pietre dure.