Un ritorno alle origini, alla passione per l’arte dal vago sapore pop con un’aggiunta di espressionismo. Shared Worlds (Mondi condivisi) è il titolo della personale di Vincenzo Giubba, architetto, artista e designer che inaugura giovedì 9 novembre alle ore 18 alla Florence Art Deposit Gallery di via Bufalini, 17.
La mostra, che resterà aperta fino al 9 dicembre, propone i lavori di Giubba noto a Firenze per aver fondato Accademia Italiana, Arte Moda Design. Tre anni fa ha lasciato gli impegni accademici e si è dedicato all’attività artistica aprendo nel 2023 il suo atelier a Roma nel quartiere di Trastevere.
La passione per l’arte è sempre stata presente, fin dagli anni ’90. I suoi personaggi hanno una grande forza cromatica, a volte ironici e divertenti ma molto spesso anche drammatici. Una pittura pop che si allontana dalla rappresentazione dell’oggetto offerto dalla società consumistica, e si permea di interiorità, citazioni e ricordi.
Lorenzo Bonini nella prefazione del volume “Percorsi tra la forma e il caos” del 1994, afferma che le opere di Giubba sono frutto di disciplina e rigore, che le pennellate sembrano volutamente precipitose e gestuali mentre tutto è frutto di meditazione “che ha riempito le ore e forse i giorni precedenti alla stesura, quando la tensione creativa e speculativa era estrema”.
L’artista ripercorre la propria produzione artistica intervenendo sia su opere del passato, con pennellate bianche oppure frammentandole, sia creandone di nuove. Questo è solo l’avvio di un suo nuovo approccio. Per Giubba “è stato come ripercorrere il passato alla luce della consapevolezza del presente, una luce più chiara. E’ stato come ripercorrere una vecchia strada impolverata, dopo aver fatto una doccia rinfrescante e indossando un vestito nuovo”. Da qui il titolo della mostra “Shared worlds” (Mondi condivisi).
Grande importanza è l’uso del colore che l’artista utilizza per dare forza e vigore ai suoi personaggi e per accentuare quegli aspetti volutamente drammatici ed ironici. A tal proposito la storica dell’arte Marta Paraventi: “La luce accecante dei gialli, dei verdi, degli arancioni, degli azzurri, incastonati tra guizzi di bianco o di nero, richiama l’artificio del neon, i messaggi incessanti della pubblicità, ricorda la parata delle maschere televisive, dai toni carnascialeschi: i personaggi e gli animali che fluttuano sulla tela avanzano quasi come emergessero dal profondo del colore puro”.