Cultura/

Teatro, il grande Totò raccontato dalla nipote. Appuntamento al Ridotto del Politeama di Prato

Un omaggio al grande uomo e straordinario artista ma soprattutto un messaggio d’amore per tutte le donne, un viaggio nel suo universo femminile intriso di ricordi e poesie

Un artista che ha rivoluzionato la comicità, il comico umano, il principe poeta. Totò è stato tutto questo e molto di più. Le porte del Ridotto del Teatro Politeama di Prato si apriranno mercoledì 25 ottobre (alle 21), per Elena Anticoli de Curtis, nipote del grande Totò, che presenterà il suo libro intitolato Antonio De Curtis. Il Principe Poeta (Colonnese Editore).

Un omaggio al grande uomo e straordinario artista ma soprattutto un messaggio d’amore per tutte le donne, un viaggio nel suo universo femminile intriso di ricordi e poesie. L’iniziativa, gratuita e aperta a tutti, infatti s’inserisce nel cartellone di iniziative “Prato in rosa” promosse e patrocinate dal Comune di Prato (assessorato alle pari opportunità) e dall’associazione “Senza Veli sulla Lingua”.

Alla serata, moderata da Patrizia Scotto di Santolo, giornalista e vicepresidente dell’associazione “Senza Veli sulla Lingua”, parteciperanno la presidente del Teatro Politeama Pratese Beatrice Magnolfi e l’assessora alle pari opportunità del Comune Ilaria Santi.

Una location non casuale per la presentazione del volume che raccoglie i testi di canzoni e poesie scritte dal grande Totò: il teatro è il luogo giusto per raccontare l’artista napoletano che ha mosso i suoi primi passi proprio sul palcoscenico. Una raccolta completa, con cinque inediti, che rilancia e riscopre le poesie di Totò, riprese dalle “carte originali” dalla nipote Elena, insieme a Virginia Falconetti.

Ma “Principe Poeta” è anche un libro multimediale perché, mentre si scorrono le pagine, consente di ascoltare la voce di Totò o di altri artisti per i titoli che presentano l’immagine del QR code. Uno scrigno di file e, soprattutto, uno scrigno di poesie di Totò lette da lui stesso e “catturate” con il suo registratore a bobine “Geloso”. L’autrice si è avvicinata molto alla figura del nonno attraverso le liriche da lui scritte rigorosamente in lingua napoletana, tanto da rintracciare fra quelle righe la “chiave di volta” che rendeva l’uomo oltreché l’attore così speciale. Nelle sue poesie risuonano non solo le battute e le movenze che hanno reso Totò una leggenda vivente, ma c’è anche il mondo visto da dietro quella maschera. C’è la vita difficile degli esordi (e non solo), il successo, gli amori, le delusioni, la nostalgia. C’è Napoli, con la sua “lingua-madre”, che non è però l’abusato “paese del sole”, ma in un certo senso è il mondo.

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