Sarà dedicata a Don Milani, il sacerdote e maestro di Barbiana che dal nulla e nel nulla fondò una scuola popolare per i ragazzi più poveri, la Festa della Toscana 2023. Quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita di Don Milani e il Consiglio regionale ha deciso di onorare la sua memoria dedicandogli le celebrazioni del prossimo 30 novembre, che, come accade ogni anno ormai dal 2000, ricordano la decisione rivoluzionaria con cui, nel 1786, l’allora Granduca Pietro Leopoldo fece della Toscana il primo stato al mondo ad abolire la pena di morte e la tortura.
“I CARE”, la Toscana dei valori umani e della lotta alle disuguaglianze a 100 anni dalla nascita di Don Milani”, questo il titolo scelto.
Momento centrale dell’edizione 2023 sarà la seduta solenne, prevista al mattino presso il Teatro della Compagnia di Firenze, in cui, oltre al presidente del Consiglio Regionale della Toscana Antonio Mazzeo e il presidente della Regione Eugenio Giani, interverranno come relatrici la presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra e la presidente del Comitato delle celebrazioni per il centenario di don Milani, Rosy Bindi.
Il programma della Festa della Toscana 2023
Nell’ultima seduta del consiglio è stato approvato il programma completo delle iniziative che prevedranno anche spettacoli teatrali, presentazioni di libri e un bando rivolto a Comuni ed associazioni toscane. All’unanimità è stato anche deliberato di invitare alla seduta solenne il vescovo di Firenze, l’imam e il rabbino “nella convinzione – ha spiegato il presidente Antonio Mazzeo – che sia fondamentale affrontare il tema del dialogo interreligioso specialmente alla luce dei drammatici fatti che stanno sconvolgendo in questi giorni Israele e la Striscia di Gaza”.
“I care”, una bussola per l’impegno istituzionale
“Da due anni – conclude Mazzeo – il motto “I Care” è affisso fuori dall’aula consiliare, a indicare che quella deve essere la bussola del nostro impegno istituzionale. La decisione di dedicare la Festa della Toscana a don Milani vuole non solo ribadire quella strada, ma fare in modo che i suoi insegnamenti, ancora così straordinariamente attuali, possano essere riportati all’attenzione di tutti, a partire dalle ragazze e dai ragazzi delle nostre scuole”.