Torna al Museo del Tessuto di Prato dal 5 al 7 ottobre, la quarta edizione del Festival Seta. Dialoghi sulla Cina Contemporanea, l’appuntamento culturale, politico, sociale economico e di costume, promosso dall’associazione Orientiamoci in Cina.
Tre giorni di incontri gratuiti e aperti al pubblico per approfondire con importanti studiosi italiani e cinesi, diplomatici, giornalisti, analisti dell’Ispi e professori di economia internazionale delle principali università italiane ed estere, temi e situazioni del colosso asiatico alla luce dei cambiamenti politico-economico mondiali.
Non a caso la città ospitante è per la quarta volta Prato, il distretto industriale tra i più importanti in Italia, che con le sue 7mila aziende si colloca come il più grande centro tessile a livello europeo e uno dei poli più i forti a livello mondiale per le produzioni di filati e tessuti di lana.
Prato conta una percentuale di imprenditori cinesi intorno al 70% (dati registrati da Unioncamere) con circa 3.700 imprese cinesi nelle confezioni e 400 nel tessile in città grazie anche alla notevole presenza della loro comunità.
Al festival Seta sarà approfondito ad esempio il ruolo della Cina e quello del Brics (raggruppamento delle emergenti economie mondiali Brasile,Russia, India, Cina, Sudafrica), quale nuovo polo economico che, contrariamente a quanto riportato dai media non intenderebbe sfidare l’Occidente, ma contribuire a creare un nuovo ordine economico internazionale più equo, grazie anche all’allargamento nel 2024 annunciato dagli stessi memberships nel summit di fine estate a Johannesburg, a sei nuovi paesi: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti.
Non mancherà uno sguardo sul ruolo di Prato e della Toscana quale realtà sociale includente e di costruzione di pace, ricordando la figura del sindaco fiorentino Giorgio La Pira che fu una delle personalità cattoliche maggiormente impegnate nell’apertura verso il mondo asiatico, nell’ottica di una globalizzazione della concordia policentrica in cui la Cina è a tutt’oggi un punto di riferimento.
Spazio poi alla fantascienza e alla musica rock che come dice Han Song, uno dei tre maggiori esponenti della fantascienza cinese contemporanea, “Scrivo di essa perché credo che sia la letteratura più libera. Come la musica rock, essa è ribelle, l’universo non ha limiti, il pensiero non ha freni. Come voi avete infranto molte restrizioni legate alla religione del Medioevo, la Cina di oggi somiglia a quel periodo. La fantascienza può avere un ruolo decisivo nella liberazione del pensiero in Cina”.
Interessante il focus sui risultati raggiunti e su ciò che ci aspetta nel futuro della scuola italiana attraverso l’insegnamento della lingua cinese, con l’intervento dei professori dell’Associazione italiana insegnanti di lingua cinese.
Infine si discuterà anche di moda e delle nuove sfide di marketing sempre più accattivanti volti alla conquista del consumatore cinese e del vasto mercato asiatico, tra strategie ed esempi di campagne pubblicitarie che funzionano.
Tutti gli incontri sono gratuiti e aperti al pubblico.