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“Middle East Now”, il Medio Oriente raccontato al cinema

Dal 10 al 15 ottobre, al cinema La Compagnia, Astra, Museo del Novecento e altre location fiorentine, il festival diretto da Lisa Chiari e Roberto Ruta porta gli spettatori alla conoscenza delle culture mediorientali.

Film Q_Field di Jude Khoury.

“50 Giorni di Cinema a Firenze” seconda tappa: in arrivo il festival Middle East Now

Dopo il festival con il meglio della cinematografica cinese, il testimone della “50 Giorni di Cinema a Firenze” passerà, dal 10 al 15 ottobre, al Middle East Now, manifestazione che racconta il Medio Oriente Contemporaneo, al di là delle solite rappresentazioni stereotipate dei media. In programma 35 film in anteprima – italiana, europea, internazionale – per un viaggio cinematografico alla scoperta di Palestina, Libano, Iran, Siria, Egitto, Afghanistan, Israele, Algeria, Marocco, Tunisia, Arabia Saudita, Turchia, Emirati Arabi, Giordania. E poi ancora eventi, mostre, talk, per un programma ricco di proposte, che andrà a coinvolgere il Cinema La Compagnia, al Cinema Astra, al Museo Novecento e in altri spazi cittadini

“Gli equilibri del mondo stanno cambiando in maniera veloce e definitiva. I baricentri si spostano. Si spostano quelli del potere, quelli dell’economia, quelli della politica. Si spostano anche i baricentri della cultura e dell’arte” – ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – “Evoluzioni che richiedevano secoli, ora germinano e talvolta si consumano nel giro di decenni. Dopo il decennio cinese, questo decennio che stiamo vivendo – gli anni Venti – sembra configurarsi come un periodo caratterizzato da un significativo attivismo mediorientale. Il Medio Oriente è la terra di molti artisti che vogliono farsi ascoltare e che, proprio come i singoli Paesi del Medio Oriente, hanno voci e mezzi radicalmente diversi l’uno dall’altro, cosa che rende il panorama artistico mediorientale ancora più interessante. In comune, però, c’è la voglia di parlare, partendo dalle proprie esperienze personali, di tutta la società, del modo in cui vive e pensa, del suo territorio e della sua condizione difficile, della politica, ma soprattutto dell’esigenza di cambiare e ricominciare. E’ quantomai interessante dunque un Festival come Middle East Now, che quest’anno è dedicato a un aspetto peculiare dei Paesi mediorientali, la “permanent transition”, quel continuo stato di cambiamento che presenta sì opportunità ma anche dilemmi ma che invita comunque a riflettere sui progressi e sulle sfide che dal cambiamento derivano”.

Un appuntamento che è ormai un cardine nel panorama dei festival dedicati al cinema contemporaneo più interessante” – dice la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini -. “Un occhio aperto sulla cultura mediorientale in continua transizione ed evoluzione, attraverso una vera e propria immersione nelle tante discipline della sua attualità e nei legami con il futuro che noi stessi ci apprestiamo a intraprendere. Middle East Now è tutto questo e molto altro, che si rispecchia in cinema, fotografia, musica ed eventi speciali; e che trova a Firenze una casa accogliente e attenta”.

Fondazione Sistema Toscana” – dichiara il presidente Iacopo Di Passio – “è lieta di ospitare e sostenere il festival che apre una finestra sulle culture mediorientali. La Casa del Cinema, La Compagnia, si conferma così un collettore di festival internazionali, che vanno a comporre il cartellone della “50 Giorni”. Una manifestazione, quest’ultima, che rappresenta un’esperienza unica in Italia, capace di avvicinare istituzioni, pubblico, operatori internazionali. Non solo un modello culturale ma un punto di riferimento al cui guardare per rafforzare il sistema delle relazioni e lo sviluppo economico ad esso collegato”.

Il tema di quest’anno, “Permanent Transition”, immagina un futuro condiviso, in una società in continuo mutamento

Permenent transition è tema del Middle East Now 2023: “In tempi recenti”– affermano di direttori artistici, Roberto Ruta e Lisa Chiari – “è in corso una discussione sulla velocità delle trasformazioni sociali e dei progressi tecnologici. L’emergere della cultura Woke, l’ascesa dei populismi, i movimenti anticapitalisti e colonialisti, le nuove ondate migratorie, la fluidità di genere e il nonbinary nell’espressione e nell’identità, i diritti delle comunità emarginate, la consapevolezza del cambiamento climatico e l’attuale rapida crescita dell’intelligenza artificiale e dell’automazione – contribuiscono tutti ai recenti sviluppi delle nostre società. Questo continuo stato di cambiamento presenta al tempo stesso opportunità e dilemmi”.

Mentre navighiamo attraverso queste transizioni” – aggiungono  – “Middle East Now invita quest’anno a riflettere sui progressi e sulle sfide che derivano dal cambiamento. I film e i gli eventi in programma vogliono incoraggiare l’introspezione, e fornire agli spettatori uno spazio per reinventare un futuro condiviso. Insieme sarà possibile intraprendere un viaggio cinematografico che ispira nuove narrazioni, stimola la riflessione e amplia la percezione delle cose”.

Il programma del festival  “Middle East Now” 2023

Tra i principali eventi del festival, la presenza a Firenze del maestro del cinema iraniano Mohsen Makhmalbaf, regista, scrittore e produttore considerato tra i più influenti registi del cinema mondiale e tra i fondatori della new wave del cinema iraniano, autore del noto film Viaggio a Kandahar. Il regista presenterà al festival (domenica 15 ottobre al Cinema La Compagnia) il suo ultimo lavoro Talking With Rivers (2023), una conversazione tra Iran e
Afghanistan in forma di film, due paesi vicini che un tempo erano una sola terra. Questi, dopo essersi separati, condividono ora le loro storie, dall’era dell‘invasione sovietica alla Guerra civile e all’era Talebana, fino ad arrivare all’ascesa e alla caduta dell’America e al ritorno dei Talebani.

Tra i film di punta, The List (Afghanistan, 2023), ultimo film della figlia del maestro Hana Makhmalbaf, che racconta la mobilitazione internazionale del mondo del cinema e della cultura per salvare gli artisti e i registi in Afghanistan, a rischio di essere giustiziati con il ritorno dei talebani al potere dopo il ritiro definitivo delle forze internazionali da Kabul. Una corsa contro il tempo, per essere inseriti nelle liste di afgani che si sono precipitati all’aeroporto internazionale per imbarcarsi sugli ultimi aerei in partenza.

Il focus sulla Palestina

Un particolare spazio di approfondimento del Middle East Now è dedicato alla Palestina, per raccontare un contesto politico e sociale particolarmente importante in Medio Oriente, storicamente caratterizzato da conflitti ma anche portatore di grande vivacità culturale. Palestinese sarà il film d’apertura del festival (martedì 10 ottobre al Cinema la Compagnia), A Gaza Weekend, di Basil Khalil (Palestina, Regno Unito, 2022), commedia irriverente che racconta le vicende di un maldestro giornalista britannico e di sua moglie, un’israeliana nevrotica, che quando un virus si diffonde rapidamente in Israele causando una pandemia e bloccando tutti gli spostamenti via terra e via mare, sono costretti a tentare la fuga a Gaza, “il posto più sicuro del mondo” in cui rifugiarsi. Con la partecipazione speciale della famosa attrice palestinese Mouna Hawa e del co- sceneggiatore Daniel Ka-Chun Chan.

E sarà sempre un titolo palestinese il titolo di chiusura del festival (domenica 15 ottobre, Cinema La Compagnia): il documentario Bye Bye Tiberias (Francia, Palestina, Belgio, Qatar, 2023), sullo straordinario viaggio emotivo dell’attrice palestinese Hiam Abbas, che fa ritorno al villaggio ancestrale della famiglia in Palestina.

Le anteprime italiane e europee

In anteprima europea a Firenze anche Lyd, di Rami Younis e Sarah Ema Friedland (Palestina, Gran Bretagna, 2023), il bellissimo documentario di fantascienza che segue l’ascesa e la caduta della città di Lyd, una metropoli vecchia di 5.000 anni, che un tempo era una vivace città palestinese, fino alla
sua conquista avvenuta con la fondazione dello Stato di Israele nel 1948.

Dal Libano il documentario di debutto Q  (Libano, Stati Uniti, 2023), della giovanissima regista libanese-americana Jude Chehab, che sarà al festival per l’occasione, film vincitore ai festival di Tribeca e Sheffield, che descrive l’influenza di un ordine religioso matriarcale segreto – Al-Qubaysiat, di origine siriana – sulla famiglia della regista.

Dall’Iraq, l’anteprima del documentario Baghdad on fire, di Karrar Al-Azzawi (Iraq, Norvegia, 2023), anche lui ospite a Firenze, racconto bruciante delle speranze e dei sogni dei giovani iracheni, che manifestano in piazza guidati da una giovane donna di 19 anni, che affronta le enormi conseguenze della lotta per la democrazia, la libertà e un futuro migliore.

Sempre dall’Iraq arriva l’anteprima En toute liberté: une radio pour la paix, (Francia, Iraq, 2022), il documentario di Xavier de Lauzanne che racconta lo straordinario lavoro quotidiano di Radio Al-Salam, nel nord dell’Iraq. E paesaggi iracheni anche in Winners (Gran Bretagna, Iran, 2022, 85’) del regista Hassan Nazer, candidato come miglior film straniero agli Academy Awards; e ancora, il potente lungometraggio d’esordio della regista iraniano-australiana Noora Niasari, Shayda (Australia, Iran, 2023, 118′), che vede una strepitosa performance di Zar Amir Ebrahimi, migliore attrice a Cannes 2022 per Holy Spider, acclamata anche come regista.

Dalla Turchia arriva l’intenso documentario Blue Id (Turchia 2022, 89′) delle registe Burcu Melekoğlu e Vuslat Karan, vincitore dell’audience award al festival IDFA di Amsterdam, che segue la vicenda di Rüzgar, un tempo una famosa attrice, nel suo percorso di cambio di sesso. Pubblicamente denunciato e diffamato dalla stampa scandalistica e transfobica turca, ma animato da una forte volontà e un sostegno costante, Rüzgar lotta per il riconoscimento della sua identità all’interno del contesto conservatore blu/rosa dominante. Nella vivace Istanbul, le registe lo accompagnano in questo lungo viaggio che lascia senza fiato.

Firmato da un regista turco anche il thriller In The Blind Spot   (Germania, Turchia, 2023) della talentuosa regista Ayse Polat, ambientato in una remota città nel nord-est della Turchia, dove si intrecciano le storie di una troupe cinematografica tedesca e di un agente dei servizi segreti turchi, la cui figlia
piccola sembra essere perseguitata da una forza misteriosa, fino a creare una complessa rete di cospirazioni. In programma al Cinema Astra, mercoledì 11 ottobre.

Da Israele in anteprima Je T’aime Roni Elkabetz, di Moran Ifergan (Israele 2022, 71′), un viaggio straordinario nella vita di un’icona assoluta del cinema e della scena artistica israeliana e mondiale, la regista e attrice israeliana Ronit Elkabetz.

Lo “Speciale Festival di Berlino”, in collaborazione con “Berlinale Panorama”

Una speciale selezione di film curata da BERLINALE PANORAMA, la sezione del festival di Berlino che storicamente dà spazio a film indipendenti e anticonvenzionali – queer, femministi, politici e al tempo stesso oltre tutte queste categorie – che esprimono il concetto di “nuovo” proveniente da tutto il mondo. I film proposti da Panorama e dal suo direttore Michael Stütz sono Miguel’s War, di Eliane Raheb (Libano, Germania, Francia, 2021), che tra documentario, animazione e film d’archivio presenta l’incredibile parabola di vita di un uomo gay libanese. E sempre libanese è il film Deaty of a Virgin. and the sin of not living (2021, Libano), del regista libanese George Peter Barbari: protagonisti un gruppo di adolescenti libanesi alla scoperta della propria sessualità.

Gli eventi speciali del Middle East Now 2023

Tra le iniziative collaterali del Middle East Now, da segnalare REAL SCREEN 2023 la nuova piattaforma a supporto dei documentari e dei giovani registi dal Medio Oriente e Nord Africa, in collaborazione con CLOSE-UP INITIATIVE REAL SCREEN è un evento speciale – aperto al pubblico – dedicato ai documentari work-in-progress in collaborazione con CLOSE-UP INITIATIVE, il programma che supporta registi emergenti che si impegnano con le loro opere a rappresentare il dialogo, la lotta per la giustizia e la libertà nelle regioni del Medio Oriente e Nord Africa. Sabato 14 ottobre, dalle ore 10.30 al Cinema La Compagnia – saranno presentati 6 progetti di film documentario work-in-progress (WIP) provenienti da Iraq, Turchia, Afghanistan, Algeria e Libano, e nell’occasione i registi potranno interagire col pubblico e con una serie di professionisti dell’industria cinematografica, per avere feedback sui loro progetti e sul percorso di sviluppo. Una giuria selezionata di professionisti assegnerà anche il REAL SCREEN AWARD, contributo allo sviluppo del progetto più promettente. Un’occasione unica per il pubblico del festival di partecipare all’anteprima assoluta di storie uniche che diventeranno un film.

Nuova edizione anche di AUDIENCE AWARD del pubblico, il BEST OFF Award, e lo STAFF Award Oltre all’ultimo istituito “Premio Cinema Iran e Afghanistan”, in memoria di Felicetta Ferraro, tornano i premi che il festival assegna già: il “Middle East Now Audience Award”, al miglior film
votato dal pubblico, il “Best OFF”, riconoscimento al miglior cortometraggio d’autore conferito da OFF Cinema, e il “Middle East Now Staff Award” al miglior corto o mediometraggio, assegnato dallo staff del festival.

Da segnalare inoaltre LANDING, la mostra del fotografo e skater palestinese Maen Hammad al Museo Novecento dal 14 ottobre al 29 novembre 2023 a cura di Roï Saade. La presentazione del libro “Melograni e Carciofi. Ricette e ricordi di un viaggio dall’Iran all’Italia” e la cooking demonstration alla Scuola Cordon Bleu.

Tra gli ospiti speciali di questa edizione c’è una delle figure emergenti e più interessanti della scena culinaria contemporanea, Saghar Setareh, chef, fotografa e food writer, nata a Tehran e residente a Roma, che crea un ponte tra Medio Oriente e Italia. Il libro “Melograni e Carciofi. Ricette e ricordi di un viaggio dall’Iran all’Italia”, pubblicato da poco da Slow Food Editore, è la storia di una giovane donna iraniana che decide di partire per studiare in un Paese straniero, di un incontro che passa anche attraverso il cibo, della poesia di scoprirsi simili nella diversità. Le oltre 80 ricette, iraniane, mediorientali e italiane, narrano tutto
questo, e insieme a bellissime immagini di cibo, piastrelle e palazzi, ci accompagnano in un viaggio culinario e personale, attraverso sapori che sfidano i confini culturali.

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