Prato, Firenze e Siena sono nella top 10 delle province italiane dove si vive meglio, secondo la quinta edizione del “Rapporto sul BenVivere delle Province Italiane 2023: classifiche, indicatori ibridi, benessere soggettivo, partecipazione e invecchiamento attivo”, che è stato presentato oggi al Festival nazionale dell’Economia civile in corso a Firenze.
Prato sul podio in terza posizione, Firenze quinta e Siena sesta
Lo studio – curato da Leonardo Becchetti, Dalila De Rosa e Lorenzo Semplici, e realizzato dalla Scuola di Economia civile con Avvenire e il contributo di Federcasse e Confcooperative, – contiene le nuove classifiche su ‘benvivere’ e ‘generatività’ delle province italiane, che non registrano miglioramenti significativi fra le macroaree del Paese rispetto allo scorso anno. Considerando infatti qualche piccola eccezione, nel complesso il Sud non ha recuperato sul Nord e sul Centro e quest’ultimo non ha recuperato sul Nord.
Per quanto riguarda, nello specifico, la classifica 2023 del BenVivere, al primo posto si conferma, ancora una volta, Bolzano, pur perdendo 0,13 punti rispetto all’anno scorso. Completano il podio, come nel 2021, Pordenone (+3 posizioni rispetto al 2022) e Prato (+2) al terzo posto, mentre Firenze si conferma quinta, dietro Milano, seguita al sesto posto da Siena. Completano la top 10 in questo ordine Trento, Ancona, Bologna, Gorizia.
Le province che hanno migliorato di più (15 posizioni) sono Sud Sardegna, Sondrio, Bergamo, Rimini, Terni e Alessandria. Chiude la classifica
Crotone.
La classifica della generatività
Nella classifica della ‘generatività’ al primo posto si trova sempre la provincia di Bolzano, seguita da Trento e Milano. Dietro loro Pordenone e Reggio Emilia. Nel complesso, la classifica, si spiega, mostra una certa stabilità rispetto al 2022 specie per indicatori come l’età media della madre al parto, il numero medio di figli per donna, le banche del tempo, la raccolta differenziata e il numero di Neet.
A registrare le variazioni maggiori, in riduzione quasi ovunque, sono soprattutto i criteri del numero di cooperative iscritte all’albo e il numero di startup innovative.