Il fare la maglia è un qualcosa che rimanda al fai-da-te delle nonne, ma ultimamente il knitting è diventato cool, giovane, aggregante. Ricordiamo tutti Tom Daley, il campione olimpico di tuffi, che lavorava ai ferri sulle tribune di Tokyo 2020; la passione per l’uncinetto ha contagiato altre celebrità, dal virile “gladiatore” Russell Crowe, alla divina Julia Roberts, fino all’iconica Sarah Jessica Parker. Per non parlare della top model Cara Delevingne e della musa Uma Thurman.
Insomma, più che una tendenza di nicchia, gomitoli e filati sono una vera riscoperta da parte di donne e uomini di ogni fascia di età, dai 18 agli 80 anni, pronti a mettere alla prova le proprie capacità creative e manuali.
Così nel 2020 tre sorelle toscane hanno messo a frutto il loro amore per il knitting, la moda e la sostenibilità e hanno creato Bettaknit, una piattaforma che è molto più di un e-commerce. In poco tempo, la community ha saputo coinvolgere tantissime persone accomunate dall’interesse per il lavoro a maglia, dalla voglia di rallentare i ritmi e di rilassarsi: valori che si contrappongono fortemente al concetto di prêt-à-porter.
Di recente la startup made in Prato è stata selezionata come caso esemplare dalla Florida State University of Florence, considerata una delle principali università internazionali con presenza in Italia. Ne abbiamo parlato con Barbara Fani, co-fondatrice insieme a Elisabetta e Federica di Bettaknit.
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La vostra è una startup che prende il via da una passione, come e quando nasce il vostro progetto? Che legami ha con la trazione tessile pratese?
Bettaknit è un business digitale che ha rivoluzionato il settore della “maglieria fai da te” con i suoi modelli originali per maglia e uncinetto e con filati sostenibili di altissima qualità. Il nostro progetto nasce come hobby aziendale all’interno dell’azienda di famiglia che opera nel settore meccanotessile di Prato. L’idea era quella di far conoscere al pubblico i gomitoli bellissimi e di alta qualità che capitavano nelle mani mie e delle mie sorelle. Solo nell’ottobre 2020, in seguito ad un fortissimo incremento delle richieste, Bettaknit si è costituita azienda, e da pochi mesi è diventata startup innovativa.
I legami con la tradizione tessile pratese sono molteplici, non solo legati al know-how e alla nostra storia familiare, quanto perché sempre più i nostri filati sono prodotti a Prato che, come sappiamo, è un distretto tessile tra i più importanti al mondo.
Quali sono i vostri valori e i vostri obiettivi? Penso ai temi legati all’artigianalità, all’economia circolare e anche alla lotta contro l’idea di “fast fashion”.
La nostra mission è quella di selezionare i filati più pregiati e amici dell’ambiente da portare nelle mani dei nostri clienti per creare capi unici di maglieria dal design innovativo. Filati certificati e Made in Italy, realizzati in fibre naturali, con produzioni sostenibili, spesso frutto del recupero e riciclo di materiali di scarto, come il filato jeans o il cashmere rigenerato (prodotti in Italia – a Prato – dal recupero e riutilizzo di capi usati o invenduti), le lane biologiche (provenienti da allevamenti di pecore autoctone.
Capi unici fatti a mano, personalizzati, destinati a durare nel tempo, questo per differenziarsi nello stile e nella qualità rispetto alle proposte del fast fashion.
Maglia e uncinetto potrebbero sembrare un hobby vintage, ma il fenomeno conquista sempre di più anche i più giovani. Da chi è composto il vostro pubblico? Possiamo sapere qualche numero della vostra community?
Maglia e uncinetto sono hobby tradizionali, apparentemente vintage, ma da qualche anno ormai sono tornati di gran moda per la voglia di differenziarsi e di dare sfogo alla propria creatività. Inoltre sono hobby rilassanti.. Fare la maglia per esempio è come fare yoga, il movimento ripetitivo della maglia fa rilasciare al cervello endorfine, gli ormoni del benessere.
Realizzare capi a mano fa sentire bene e aumenta l’autostima come è stato dimostrato da numerosi studi scientifici. Probabilmente in un mondo frenetico come il nostro, sedersi per creare qualcosa con le proprie mani, e rilassarsi, è l’ancora la salvezza per molti!
Il nostro pubblico è prevalentemente femminile, e se le donne tra i 35 e i 55 anni prediligono la maglia, c’è una fascia di giovani donne, alcune anche appartenenti alla Generazione Z, che amano follemente l’uncinetto! La nostra community è composta da oltre 65 k utenti Instagram, 50 k followers su Facebook, e una customer base di oltre 30 k.
Il vostro è anche un caso di marketing esemplare selezionato dalla Florida State University of Florence. Cosa vuol dire per voi questo riconoscimento?
Siamo state molto felici di essere state invitate dalla Florida State University of Florence a raccontare il nostro business. È stato un incoraggiamento a proseguire nel nostro business model. Significa che funziona! Oltre alla FSU, abbiamo poi parlato di noi alla UNINT di Roma, l’Università degli Studi Internazionali, e questo è stato un ulteriore conferma che il percorso che stiamo facendo va nella giusta direzione.
Avete altri progetti (collaborazioni, iniziative..) per il futuro di Bettaknit?
Le collaborazioni sono sempre moltissime. Per citarne alcune, abbiamo collaborato con importanti Dept. Store come Coincasa, una nuova collab sta per essere lanciata. Da un paio di anni collaboriamo continuativamente con un altro brand sostenibile pratese, Rifò, con il quale condividiamo i valori.
Ci sono comunque molte iniziative e nuove collaborazioni in divenire, ma al momento è prematuro svelarne i dettagli. Tuttavia, per il futuro (e qui parlo di un futuro molto prossimo), stiamo aprendo a terzi la possibilità di diventare nostri soci, partendo proprio dai nostri fornitori e collaboratori per arrivare poi ad una vera e propria campagna di crowdfunding in cui vorremo coinvolgere la nostra community, dando loro la possibilità di far parte attiva del mondo Bettaknit.