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Parkinson, la nuova terapia per controllare impulsi e movimenti: un milione dal Ministero per lo studio della Sant’Anna

L’obiettivo è controllare i sintomi sui quali le cure attuali non sono efficaci. Il progetto della Scuola Superiore di Pisa durerà 60 mesi e svilupperà due tecnologie: un algoritmo per identificare i segnali della malattia e test su copie virtuali del cervello

Parkinson

L’obiettivo è sviluppare una nuova terapia per le persone affette dal morbo di Parkinson in grado di incidere su quei sintomi che compromettono il cammino e il controllo degli impulsi e sui quali le cure attuali non sono ancora efficaci. Il progetto  della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa si chiama Calm –  per esteso: Capturing Basal Ganglia Dynamics for accurate and versatile Deep Brain Stimulation Therapies – è coordinato da Alberto Mazzoni, ricercatore dell’Istituto di BioRobotica, e ha ottenuto un finanziamento da un milione di euro dal Fondo Italiano per la Scienza Applicata, il nuovo programma del Ministero dell’Università e della ricerca per valorizzare la ricerca italiana.

La ricerca avrà una durata di 60 mesi e mira a cambiare l’approccio alla terapia per contrastare il Parkinson. Alberto Mazzoni, con il suo laboratorio di ricerca, il Computational Neuroengineering Lab, sta portando avanti attività per comprendere l’analisi delle disfunzioni nei circuiti neurali all’origine di varie malattie. “Negli scorsi anni – spiega –  mi sono occupato dell’origine neurale di molti aspetti del Parkinson: le alterazioni dei movimenti delle gambe e delle braccia, i problemi al controllo degli impulsi e alla comunicazione verbale. La sfida adesso è quella di comporre tutti gli elementi del puzzle Parkinson per riuscire a sviluppare terapie che siano efficaci per uno spettro più ampio di sintomi e non presentino effetti collaterali”.

Un algoritmo per identificare in tempo reale i sintomi e lo studio su una copia virtuale del cervello

Il programma vuole approfondire la  comprensione della dinamica delle zone del cervello coinvolte (i gangli della base) e del modo in cui questa cambia nel caso di patologie. Il progetto Calm studierà quindi  i legami fra i sintomi motori e quelli cognitivi e gli effetti delle terapie sul sistema nervoso nel lungo termine.

Queste nuove conoscenze consentiranno lo sviluppo di due nuove tecnologie:

  • un ambiente simulato in cui sarà possibile testare gli effetti di varie possibili terapie su una copia virtuale del cervello del paziente in modo da scegliere la migliore;
  • un algoritmo da utilizzare in combinazione con i modelli più recenti di stimolazione cerebrale profonda in grado di identificare in tempo reale i sintomi e di agire in modo da interromperli immediatamente.

“La principale ricaduta pratica del progetto sarà lo sviluppo di  sistemi computazionali e informatici di supporto alla clinica che consentiranno ai medici di fornire terapie personalizzate per il Parkinson”, spiega ancora Alberto Mazzoni.

Uno dei sintomi del Parkinson che lo studio della Scuola Sant’Anna si propone di curare per la prima volta è “il disordine del controllo degli impulsi, che è presente nel 10-15% dei soggetti con Parkinson – continua Mazzoni –  e porta a dipendenza da gioco d’azzardo, shopping patologico, ipersessualità e simili comportamenti. Capire l’origine di questo particolare sintomo contribuirebbe anche a comprendere in senso più ampio come le decisioni vengono prese dal sistema nervoso umano”.

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