Autentico e dal sapore intenso. È toscano il piatto di pasta più amato al mondo: stiamo parlando delle uniche e inimitabili pappardelle al cinghiale, ricetta simbolo della tradizione culinaria maremmana e di tutta la regione.
A confermarlo è la classifica stilata da TasteAtlas, la guida online punto di riferimento in fatto di cibo consultata a livello internazionale. Attraverso un sondaggio con votazione, concluso lo scorso 27 agosto, il portale ha pubblicato una top 10 dei piatti di pasta generalmente più apprezzati. Nella graduatoria dominano le eccellenze italiane, con una sola eccezione proveniente dalla Grecia.
I 10 piatti di pasta più amati al mondo
Alla decima posizione troviamo i ravioli, un primo piatto a base di pasta ripiena di carne, ma anche di formaggi, verdure e pesce. Ogni regione italiana ha la sua variante, possono essere serviti in brodo o asciutti, accompagnati da sughi o salse più semplici.
I bigoli con l’anatra, pietanza tipica della provincia di Vicenza, si aggiudicano il nono posto; a seguire ci spostiamo in Sardegna per gustare “virtualmente” i culurgionis d’Ogliastra. Si tratta di ravioli a forma di spiga di grano, tradizionalmente ripieni di patate, pecorino, strutto, cipolla, aglio e menta, spesso accompagnati da un sugo di pomodoro.
Il giouvetsi, al settimo posto, è un timballo di pasta a base di pollo, agnello o manzo: è l’unica prelibatezza “straniera” premiata dagli utenti. Dopo questa brevissima incursione, torniamo in Italia per la pasta alla gricia, le linguine allo scoglio e le lasagne alla bolognese.
Arriviamo così sul podio con le tagliatelle al ragù alla bolognese sul terzo scalino; sul secondo, invece, guanciale, pecorino romano, pepe e uova bastano per creare la carbonara perfetta.
Al vertice, come già annunciato, primeggiano le pappardelle al cinghiale, un cibo menzionato anche nella letteratura toscana. Vennero citate addirittura da Giovanni Boccaccio nel “Decameron”, e più avanti da Pietro l’Aretino. Nell’Ottocento, poi, il dizionario italiano di Niccoló Tommaseo, riconosceva come “pappardelle” un “tipo di lasagne da cuocere in brodo, o con la carne battuta, o con la lepre”.
Pappardelle al cinghiale
Le pappardelle sono uno dei formati di pasta più conosciuti della Toscana. Il loro nome, probabilmente, deriva dal termine “pappare” (che significa, appunto, “mangiare”) che, a sua volta, deriva dal provenzale “papard”.
A differenza delle tagliatelle, la larghezza delle pappardelle può variare dai 2 cm fino ai 4 cm e hanno una consistenza ruvida. Se abbinate al ragù di cinghiale, diventano una delle migliori esperienze gastronomiche della regione. Rispetto al ragù classico, quello preparato con il cinghiale ha un sapore intenso, molto più forte, ottenuto dalla lunga e lenta cottura in un ricco sugo di pomodoro e vino rosso.