L’odontoiatria pubblica toscana in rete per coordinare meglio il servizio sul territorio e offrire standard omogenei: 77 i centri odontoiatrici pubblici, in cui operano 150 odontoiatri. Una rete integrata tra territorio e ospedale per offrire risposte specifiche e appropriate per la presa in carico immediata delle urgenze e dei vulnerabili, con un’attenzione particolare per l’odontoiatria infantile.
La delibera regionale è stata approvata durante l’ultima giunta. I 77 centri odontoiatrici saranno divisi in strutture di primo livello (58), secondo (14) e terzo (5). Nei centri di primo livello – spiega una nota – si effettuerà l’assistenza base. Nelle strutture di secondo livello saranno erogate prestazioni a chi presenta un rischio clinico. I centri di terzo livello operano in ambito ospedaliero e potranno offrire prestazioni a pazienti che presentano un forte rischio clinico.
L’accesso per la prima visita avviene tramite Cup, ma in caso di urgenza ci si potrà presentare anche senza prenotazione, oppure su richiesta di altre strutture del servizio sanitario regionale. La governance è affidata al comitato di rete.
“Si tratta di una delle prime esperienze in Italia – ricordano il presidente Eugenio Giani e l’assessore Simone Bezzini – che colloca nuovamente la Toscana all’avanguardia sul fronte dell’odontoiatria pubblica. Quasi 10 anni fa, infatti, la Toscana è stata la prima Regione italiana ad inserire nei livelli essenziali di assistenza, ovvero i Lea, l’odontoiatria per tutti e non solo per chi ha importanti problemi di salute e a cui l’assistenza era già garantita da una legge nazionale. Con la costituzione della rete si prova adesso a migliorare ulteriormente il servizio, con l’obiettivo di rispondere ad una carenza strutturale di offerta pubblica in odontoiatria rispetto al bisogno sanitario“.
Sono circa 150 gli odontoiatri che lavorano nel sistema sanitario regionale toscano, con 200mila prestazioni dispensate ogni anno, altrettante ore lavorate ed un costo di 25 milioni di euro: una piccola percentuale rispetto al costo sociale annuo, che in tutta Italia è compreso tra i cinque e i dieci miliardi di euro di cui solo il cinque per cento riguarda il sistema pubblico.
Obiettivo della rete sarà anche quello di assicurare l’immediato intervento nel caso di persone che si trovano in particolari condizioni come disabilità, patologie croniche invalidanti o affette da malattie che riducono la collaborazione durante gli interventi.