Un pianeta specchio, rovente, il più brillante mai scoperto: l’ha scovato la missione Cheops dell’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea, grazie al telescopio spaziale progettato e costruito da Leonardo nello stabilimento di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze.
È stato chiamato LTT9779b ed è un esopianeta (che non appartiene al sistema solare) ultra-caldo che orbita attorno alla sua stella ospite in meno di un giorno. È coperto da nubi riflettenti di metallo, come il silicato – la stessa sostanza di cui sono fatti la sabbia e il vetro – mescolati al titanio, da qui la straordinaria brillantezza che supera addirittura quella di Venere. Dalle misurazioni risulta infatti che il pianeta riflette l’80% della luce della sua stella, mentre Venere il 75% della luce solare e la Terra solo il 30%.
Ha le dimensioni di Nettuno e questo lo rende il più grande specchio riflettente dell’Universo ad oggi conosciuto. Ha un raggio 4,7 volte più grande di quello della Terra e un anno su LTT9779b richiede solo 19 ore.
Gli “occhi” del satellite realizzati in Toscana
Cheops è il satellite dell’Esa dedicato allo studio degli esopianeti che orbitano attorno a una stella diversa dal Sole. Al 25 dicembre 2022 sono 55 i pianeti extrasolari confermati potenzialmente abitabili, ossia simili alla Terra. Tutto questo grazie anche ai suoi “occhi” progettati e costruiti da Leonardo.
Il telescopio spaziale di Cheops, su commissione dell’Agenzia Spaziale Italiana, è infatti stato realizzato nello stabilimento di Campi Bisenzio secondo i requisiti definiti dai ricercatori Inaf di Padova e Catania, in collaborazione con l’Università di Berna.
La ricerca sugli esopianeti è tutta in divenire: Cheops è la prima di un trio di missioni dedicate ai pianeti extrasolari. Nel 2026 ci sarà la missione Platone, che si concentrerà su pianeti simili alla Terra in orbita a una distanza vitale dalla loro stella, e poi la missione Ariel nel 2029 che si specializzerà nello studio delle atmosfere degli esopianeti.