È entrata questa mattina alle 7.30 nel porto di Marina di Carrara la nave Geo Barents di Medici senza frontiere con 197 migranti a bordo, tra i quali 125 uomini, 11 donne, 60 minori di cui 47 non accompagnati, che sono stati soccorsi nel Mediterraneo il 3 e 4 giugno scorsi.
Per lo scalo carrarese è il quarto attracco di una nave umanitaria dal 30 gennaio scorso.
I migranti accolti in Toscana e nelle Marche
I migranti, tra cui c’è anche una mamma con un neonato, saranno accompagnati in centri della Toscana e delle Marche, come ha spiegato il vice prefetto di Massa Carrara Andrea Leo che si trova alla banchina Taliercio dove la nave ha attraccato, insieme alla sindaca di Carrara Serena Arrighi.
Per Marina di Carrara il numero dei migranti che sbarcheranno oggi è il più consistente dei quattro in totale avvenuti dal 30 gennaio.
Lo schema dell’accoglienza, ha spiegato il vice prefetto sarà comunque lo stesso già sperimentato: dopo i primi controlli a bordo della nave ci sarà il trasferimento nel centro di CarraraFiere “per le visite mediche e le operazioni di identificazione da parte delle forze di polizia e il successivo trasferimento delle sedi di destinazione“. “Sicuramente ci sarà una distribuzione” dei migranti, ha aggiunto Andrea Leo, “in ambito regionale, un certo numero rimarrà sicuramente anche in provincia di Massa e un numero abbastanza significativo” andrà “nelle Marche“.
Riguardo “ai tanti minori, si parla di 45 non accompagnati più un certo numero di minori accompagnati, anche loro saranno distribuiti ma la maggior parte rimarranno da noi – conclude il vice prefetto Leo – il prefetto Aprea ha disposto l’apertura di un centro straordinario qui su Massa, ci sono anche anche da quello che so due ragazzine, che saranno ospitate a Carrara, gli altri andranno in regione”.
Monni e Spinelli: una tortura i giorni in più di navigazione
Ad accogliere i migranti, anche una delegazione della Regione Toscana, guidata dalle assessore regionali Monia Monni (protezione civile) e Serena Spinelli (politiche sociali).
“Anche questa volta a causa della decisione del governo la nave è stata costretta a percorrere almeno mille km in più, aggiungendo almeno quattro giorni di navigazione – hanno evidenziato Monni e Spinelli – questa decisione rappresenta una ulteriore tortura rispetto a quelle che questi migranti portavano sulla pelle”.
“Queste persone – ha sottolineato Monia Monni – vengono dalle carceri della Tunisia. Medici senza frontiere ci ha detto che hanno evidenti segni di torture, ci sono donne incinte con gravidanze a rischio, c’è un bimbo di due mesi, e un gran numero minori, anche non accompagnati: non si può gestire in questa maniera scandalosa l’accoglienza delle persone”.
“Lo sbarco di questa nave proveniente dalla Tunisia, e le condizioni drammatiche delle persone che sono state salvate, dimostrano che non è stipulando accordi con Paesi dove i diritti non sono rispettati che si possono gestire i flussi migratori – osserva Serena Spinelli – occorre una riflessione su scala europea per una missione comune di soccorso in mare e per creare canali di accesso sicuri tramite i quali fare arrivare le persone. Senza continuare a imporre a chi viene salvato dalle ong giorni di navigazione in più”.