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Sanità, potenziare i consultori: la Regione dà il via alla riorganizzazione

Stanziate nuove risorse per rafforzare i servizi diffusi sul territorio. Il presidente Giani e l’assessore Bezzini: “Potenziamo l’attività di prevenzione, anche per i giovani, e di mediazione culturale”

Donne - © Drobot Dean

Pacchetti rivolti ai giovani, screening, prevenzione e supporto di mediazione culturale per le famiglie migranti. La Toscana rafforza e potenzia le attività sanitarie, sociali e socio-sanitarie per donne, coppie e famiglie, bambini e giovani e lo fa puntando sui consultori. Ce ne sono 152 al momento in tutta la Toscana, uno ogni 24 mila abitanti (più diffusi dunque rispetto alla media nazionale), con 46 anni di esperienza alle spalle.

Il percorso di riorganizzazione della sanità pubblica già in atto prevede infatti servizi diffusi sul territorio. E così la giunta regionale, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, stanzia per i prossimi tre anni 1,9 milioni di euro per dare attuazione ai nuovi indirizzi e dispone che entro sei mesi le Asl presentino un piano di adeguamento sulla base delle nuove priorità individuate.

“I consultori sono il luogo giusto dove fare prevenzione, per cui non è mai troppo presto – sottolineano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore Bezzini -. Ma i consultori hanno il compito anche di assistere le nuove famiglie sui progetti di vita. Per centrare l’obiettivo abbiamo deciso di riorganizzarli, di potenziare le loro attività nella rete dei servizi ospedalieri e territoriali, dare piena applicazione alla legge 194 del 1978, offrire mediazione culturale e dunque accesso alle informazioni e ai percorsi per i migranti, potenziare telemedicina e teleconsulti nonché rivolgerci ai giovani con una specifica attività di prevenzione”.

I consultori sono anche un punto di riferimento per molte donne, cuore del sistema di prevenzione e assistenza, soprattutto delle persone più fragili. “Vogliamo valorizzare i consultori per farne luoghi di prevenzione, educazione, assistenza e follow up – spiega l’assessore Bezzini -, dove offrire il consulto di esperti, orientamento e generare consapevolezza. Questo significa anche riconsiderarne, dove necessario la dotazione di personale e l’attribuzione di risorse, investire sulla strumentazione a disposizione ma anche sui social media per promuoverne l’attività”.

La nuova arganizzazione

Ci saranno consultori familiari e consultori più specificatamente rivolti ai giovani. Rimarrà la distinzione tra consultori “principali” (42 oggi), “secondari” (73) e “attività in proiezione” (37), dove la differenza è data dagli orari di apertura e dalla presenza di tutte e quattro le figure professionali di base – ostetrica, ginecologo, psicologo ed assistente sociale o solo di alcune di esse.

I consultori sono un punto di riferimento, in particolare per persone in situazioni di vulnerabilità, per i percorsi nascita, le interruzioni volontarie di gravidanza, la sessualità, i programmi di screening e per l’accesso alla contraccezione, gratuito dal 2018 in Toscana. Contribuiscono anche, con attività di consulto e e supporto, all’accesso appropriato a percorsi specialistici come la diagnosi prenatale e dei disturbi del comportamento alimentare. Operano in aree come la violenza di genere, il disagio, gli abusi e i maltrattamenti, gli affidi e l’adozione, il bullismo e cyberbullismo.

I numeri

Nel 2021 i consultori toscani hanno erogato quasi 53 mila prestazioni: 14,4 ogni cento abitanti, in ripresa verso i valori pre-Covid. Il 98 per cento di queste prestazioni si è rivolta alla popolazione femminile, in particolare per il percorso nascita. Sono cresciuti però anche i giovani tra 14 e 19 anni che si sono avvicinati ai consultori: più di uno su dieci vi ha fatto ricorso. Complessivamente il 47,1 per cento delle prestazioni riguarda l’area maternità, il 25,5 per cento la prevenzione oncologica, il 9,5 per cento la contraccezione e l’8,1 per cento la ginecologia, il 4,4 per cento le problematiche psico-relazionali e del disagio.

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